LA LEGGE

SECONDA PARTE

Noi continuiamo lo studio della legge. Nel primo studio, noi abbiamo esaminato il libro della Genesi e in seguito il libro d'Esodo. Noi ci siamo fermati al capitolo 22 di questo libro.

Più noi ci sforzeremo di conoscere il vero significato della legge, ciò che essa ordina e ciò che essa proibisce, più ci sarà possibile di evitare la via del peccato, che è la trasgressione della legge. La Parola di Dio non rivela che il peccato è la trasgressione dei comandamenti, no! Il peccato è la trasgressione di questa legge che ha come base i dieci comandamenti e questa legge come pure i comandamenti sono dettagliati ovunque nella Bibbia, un poco qui un poco là. Noi abbiamo dunque l'obbligo di ricercarla e di ben capirla alfine di non trasgredirla.

Ecco perché tutte le Chiese, che minimizzano la legge e insegnano i compromessi nel suo riguardo o che pretendono che la legge sia abolita, giungono, con un'incredibile incoscienza, a condurre i loro membri nella via della trasgressione, che è quella del peccato.

Il Salmo 119 ci fa conoscere le diverse facette di questa legge che è rilevata sotto diversi nomi nello scopo d'illustrare non solamente la sua grande varietà, ma quanto essa è eccellente.

Vi sono delle leggi ovunque e, prima che Dio intraprendesse la minima creazione, bisognava che le leggi fossero stabilite ovunque e in tutto e per tutto, cosi come per il piccolo atomo che per quest'immenso e insondabile universo, per gli esseri spirituali come gli angeli, gli arcangeli, i cherubini, o ancora per la creazione degli astri celesti, dell'uomo con il suo corpo fisico e il suo spirito, quest'intelligenza che Dio gli ha dato. Tutta la creazione è concernata dalle leggi.

Il libro dell'Esodo ci fa scoprire diverse leggi e alcune di esse sono delle leggi nazionali, prescrivendo delle punizioni e delle pene. Queste e le diverse condanne non ci concernono oggi. Perché? Poiché noi non siamo nel nostro paese. Noi siamo degli stranieri sulla terra, noi siamo ambasciatori per Cristo e, di conseguenza, non sta a noi di imporre queste pene.

Come Cristo l'ha confermato prima del Suo arresto, noi siamo nel mondo, ma noi non siamo del mondo. Come un ambasciatore si trova in un paese, ma non è del paese.

Proseguiamo il nostro studio

Esodo 23:1: "Non spargete alcuna voce calunniosa e non tenere di mano all'empio nell'attestare il falso."

Questo è sempre valevole. Prima di aprire la bocca e di spandere delle notizie forse false, delle menzogne o delle calunnie, noi faremmo bene di fare sempre attenzione a quello che noi poremo dire.

In ogni modo, prima di dire qualunque cosa, anche se si tratta di propositi veritieri che, forse non serviranno a nulla e a nessuno, se non che fare del male al nostro prossimo, domandiamoci se è ben necessario.

Non dimentichiamo l'esortazione che c'è rivolta in Giacomo 3:8-10: "Ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male senza posa, è piena di mortifero veleno. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca procede benedizione e maledizione. Fratelli miei, non dev'essere così." Se noi ci diciamo cristiani, discepoli di Cristo, dobbiamo tenere a freno la nostra lingua, d'imparare la differenza tra ciò che potrebbe essere detto e di ciò che deve essere detto, e noi possiamo arrivarci se noi riterremo in memoria che ciò che noi diciamo deve avere lo scopo di edificare e non di distruggere.

Esodo 23:2: "E non andate dietro la folla per fare il male; e non deporre in giudizio schierandoti dalla parte dei più per pervertire la giustizia." Anche se il gran numero vede il suo proprio interesse, anche se il popolo vuole seguire la moltitudine, noi non dobbiamo imitare le sue vie, se questo conduce al male, noi dobbiamo fare la volontà di Dio, vedere il bene del nostro prossimo e vivere secondo la giustizia.

Esodo 23:3: "Parimenti non favorire il povero nel suo processo." In altri termini non è perché tu ti trovi davanti ad un povero e che tu hai pietà della sua povertà, che tu devi provare di concedergli certi favori.

La gran lezione da ritenere in questo passaggio è questa: poiché noi non possiamo violare la giustizia, come questo c'è stato raccomandato nel versetto precedente, noi non dobbiamo favorire il povero in rapporto al ricco o al potente, poiché la giustizia non può essere violata. La giustizia è e rimarrà la giustizia, noi non possiamo dunque fare eccezione di persone.

Esodo 23:4-5: "Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asini smarrito, non mancare di ricondurglielo. Se vedi l'asino di colui che t'odia steso a terra sotto il carico, guardati bene dall'abbandonarlo, ma aiuta il suo padrone a scaricarlo." Questo c'insegna non solo ad amare il nostro nemico, ma anche ad aiutarlo in ciò che egli deve assolutamente intraprendere. Se noi vediamo l'asino del nostro nemico sul punto di soccombere a causa del suo carico, non esitiamo, aiutiamo questo nemico a scaricare l'animale. E questo è valevole per tutte le cose di questo genere.

Ma attenzione, noi non possiamo considerare nessuno come nostro nemico. Se qualcuno ci considera come suo nemico, è il suo affare e non il nostro. Dopo tutto, non è scritto in Deuteronomio 32:35 e anche in Romani 12:19 che la vendetta appartiene all'Eterno? Lasciamo dunque che Dio prenda le cose in mano e, se noi facciamo fronte a dei nemici che hanno bisogno di un aiuto urgente, non esitiamo. In questo caso, diamogli una mano necessaria senza tardare, senza calcolare, senza posarci la minima domanda.

Esodo 23:6: "Non violare il diritto del povero del tuo popolo nel suo processo." Al versetto 3, era chiesto di non favorire il povero nel suo processo. Ora ci raccomanda di non portare pregiudizio al suo diritto. Non bisogna dunque favorirlo, quel che noi forse saremmo tentati di fare poiché egli è povero; ma d'altra parte, noi non possiamo neanche ritirargli il suo diritto, di togliergli quello che gli spetta.

Queste sono due cose molto diverse e che noi dobbiamo ben capire! Dio ci dice tutto questo affinché la giustizia non sia violata, come questo è raccomandato nel versetto 2.

Esodo 23:7: "Rifuggi da ogni parola bugiarda; e non fare morire l'innocente e il giusto; perché io non assolverò il malvagio." Se noi siamo chiamati a giudicare, noi dobbiamo farlo secondo la giustizia ed essere molto attenti a non condannare l'innocente e il giusto. Dio ci farà responsabili di ciò che noi decideremo e della maniera che noi giudicheremo.

Esodo 23:8: "Non accettare presenti; perché il presente acceca quelli che ci vedono chiaro, e perverte le parole dei giusti." Se noi siamo portati a pronunciare un giudizio, noi dobbiamo assolutamente rifiutare di essere pagati. E' così che i nostri occhi rimarranno aperti e che noi non rischieremo di pronunciare un falso giudizio.

Esodo 23:9: "Non opprimere lo straniero; voi lo conoscete l'animo dello straniero, giacché siete stati stranieri nel paese d'Egitto." Noi sappiamo cosa è di vivere in un mondo che ci rigetta poiché noi non viviamo come lui e rigettiamo i suoi costumi, le sue feste, le sue superstizioni e le sue credenze d'origine pagana. Poiché si rifiutano di pensare e di agire secondo il traino di questo mondo, certi fra noi sono criticati, oppressi, e anche perseguitati.

Facciamo dunque in modo di non perseguitare gli altri, come noi lo siamo a volte. Ma perché, di tanto in tanto, la persecuzione si abbatte su di noi? Semplicemente perché noi non siamo più di questo mondo, benché momentaneamente noi dobbiamo ancora vivere in questo mondo sedotto da Satana. Quest'esperienza acquisita dopo la nostra chiamata, il nostro pentimento e la nostra conversione, deve permetterci di ben capire quello che può provare lo straniero.

Questo non significa accettare e riconoscere i suoi costumi, le sue pratiche, le sue credenze, no! Noi non possiamo perseguitarli, è una cosa certa; ma noi dobbiamo rispettare le loro credenze pur tenendoci lontani poiché esse sono contrarie alle dottrine bibliche e che, per Dio, noi non siamo più degli stranieri né della gente di fuori. Noi siamo stati chiamati fuori dal mondo che, ai nostri occhi, deve essere considerato come straniero. Come lo è ancora agli occhi di Dio.

Efesini. 2:19: "Voi dunque non siete più né forestieri né avventizi; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio."

Esodo 23:10-11: "Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno la lascerai riposare e rimanere incolta; i poveri del tuo popolo ne goderanno, e le bestie della campagna mangeranno quel che rimarrà. Lo stesso farai della tua vigna e dei tuoi ulivi."

Dei particolari complementari sono ancora dati in Levitico 25:2-7: "Quando sarete entrati nel paese che io vi do, la terra dovrà avere il suo tempo di riposo consacrato all'Eterno. Per sei anni seminerai il tuo campo, per sei anni poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà un sabato, un riposo completo per la terra, un sabato in onore dell'Eterno; non seminerai il tuo campo, né poterai la tua vigna. Non mieterai quello che nascerà da sé dal seme caduto nella tua raccolta precedente, e non vendemmierai l'uva della vigna che non avrai potata; sarà un anno di completo riposo per la terra. Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo, servirà di nutrimento a te, al tuo servo, alla tua serva, al tuo operaio e al tuo forestiero che stanno da te, al tuo bestiame e agli animali che sono nel tuo paese; tutto il suo prodotto servirà loro di nutrimento." Tutte queste cose noi le dobbiamo ancora praticare.

Un poco più avanti noi troviamo le promesse seguenti: Levitico 25:18-22: "Voi metterete in pratica le mie leggi, e osserverete le mie prescrizioni e le adempirete, e abiterete il paese in sicurtà. La terra produrrà i suoi frutti, voi ne mangerete a sazietà e abiterete in essa in sicurtà. E se dite: Che mangeremo al settimo anno, giacché non semineremo e non faremo la nostra raccolta? Io disporrò che la mia benedizione venga su voi il sesto anno, ed esso vi darà una raccolta per tre anni. E l'ottavo anno seminerete e mangerete della vecchia raccolta fino al nono anno; mangerete la raccolta vecchia finché sia venuta la nuova."

Voi noterete che, in tutti questi versetti, è questione della terra. E' la ragione per la quale questa legge si applica anche ai nostri orti.

Esodo 23:12: "Per sei giorni farai il tuo lavoro; ma il settimo giorno ti riposerai, affinché il tuo bue e il tuo asino possano riposarsi, e il figliolo della tua serva e il forestiero possano riprendere fiato." Si tratta qui di coloro che vivono alle nostre porte, nelle nostre dimore. Anche i figli della schiava e lo straniero che sono presso di noi devono avere del respiro e poter riposarsi o respirare secondo certe traduzioni, nondimeno, ben inteso, che essi si trovassero presso colui che osserva il sabato. Noi non dobbiamo occuparci di quel che la gente fa quando noi siamo fuori da casa nostra, sia durante un viaggio o per la festa dei Tabernacoli.

Esodo 23:13: "Porrete ben mente a tutte le cose che vi ho dette, e non pronunzierete il nome di degli stranieri: e non lo si oda uscire dalla vostra bocca." Questo è anche valevole per ciascuno di noi. Noi non possiamo invocare dei falsi dei, noi non dovremmo neppure pronunciare il loro nome.

Esodo 23:14-15: "Tre volte all'anno mi celebrerai una festa. Osserverai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane senza lievito, come te l'ho ordinato, al tempo stabilito del mese d'Abib, perché in quel mese tu uscisti dal paese d'Egitto; e nessuno comparirà dinanzi a me a mani vuote." Come voi potete constatare, l'Eterno ha impartito un ordine, che è quello di mangiare del pane senza lievito durante i sette giorni della festa.

André Chouraqui traduce: "Sette giorni tu mangerai dei pani azzimi, come io te l'ho ordinato." La versione del Rabbinato francese scrive: "Durante sette giorni, tu mangerai del pane azzimo (così come te l'ho ordinato)."

Quando l'Eterno ha Egli dato quest'ordine? Prima che il popolo lasciasse l'Egitto, al momento quando Egli dette le istruzioni per la Pasqua.

Esodo 12:15: "Per sette giorni mangerai pani azzimi. Fin dal primo giorno toglierete ogni lievito dalle vostre case (…)" Esodo 13:6-7: "Per sette giorni mangia pane senza lievito; e il settimo giorno si faccia una festa all'Eterno. Si mangi pane senza lievito per sette giorni; e non si veda pane (…)"

Nell'anno 56, cioè 25 anni dopo la morte di Cristo, Paolo conferma, nella sua prima lettera ai Corinzi, che questa festa è sempre in applicazione per il cristiano. Leggiamo ciò che egli scrive ai cristiani della sua epoca, alla Chiesa di Dio che è in Corinto:

I Corinzi 5:7-8: "Purificatevi dal vecchi lievito (in questo passo, il vecchio lievito, è il peccato), affinché siate una nuova pasta (alfine che voi siate senza peccato come una nuova pasta è senza lievito), poiché voi siete senza lievito (altrove dice, poiché voi avete ritirato il lievito dalle vostre case, conformemente l'ordine dato dall'Eterno, ritirate dunque anche il lievito, il peccato, dalla vostra vita), poiché anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata (poiché Cristo ha sofferto ed è stato fino alla morte per i nostri peccati, smettiamo di vivere nella trasgressione della legge). Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito (…)" Paolo conferma qui che la festa deve sempre essere celebrata, non con del vecchio lievito sia, nelle nostre case che nelle nostre vite.

La Parola di Dio è molto chiara, ecco perché nessuno ha il diritto di portare un cambiamento a quest'ordine, a quest'ordine che emana dall'Eterno Dio e che è ripetuto in molte parti della Bibbia. Nessuno può insegnare che il consumo del pane azzimo, tutti i giorni di questa festa, non è obbligatorio; poiché, aggiungiamo, certe persone potrebbero non avere voglia di mangiarne. Questo pensiero non emana da Dio.

Esodo 23:16-17: "Osserverai la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che avrai seminato nei campi: e la festa della raccolta, alla fine dell'anno (certe versioni indicano: la festa dell'autunno, al declino dell'anno), quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro. Tre volte all'anno tutti i maschi compariranno davanti al Signore, l'Eterno". Noi qui ci troviamo davanti alle due ultime stagioni delle feste annuali dell'Eterno: la seconda stagione con la Pentecoste e la terza stagione con la festa dei Tabernacoli. Notiamo la maniera progressiva che Dio utilizza per annunciare le Sue feste; noi dovremo aspettare la costruzione del Tabernacolo e il libro del Levitico per avere una conoscenza completa di tutte le feste.

Esodo 23:18: "Non offrirai il sangue della mia vittima insieme con il pane lievitato; e il grasso dei sacrifici della mia festa non sarà serbato durante la notte fino al mattino." Si tratta qui del sacrificio della Pasqua, il solo sacrificio che è stato ordinato a quell'epoca. Il Rabbinato francese traduce nel modo seguente, che è più esplicito: "Tu non verserai, in presenza del pane lievitato, il sangue del mio sacrificio; e il grasso delle mie vittime non soggiornerà fino al mattino senza essere offerto." Esodo 34:25: "Non offrirai con pane lievitato il sangue della vittima immolata a me; e il sacrificio della festa di Pasqua non sarà serbato fino al mattino."

L'agnello pasquale doveva essere mangiato durante la notte con del pane senza lievito, poiché Cristo era senza peccato, dunque senza lievito. Ecco perché doveva essere mangiato con dei pani senza lievito. Non bisognava lasciare nulla fino al mattino e, quel che rimaneva doveva essere bruciato (Esodo 12:10).

Esodo 23:19: "Porterai alla casa dell'Eterno, che è il tuo Dio, le primizie dei primi frutti della terra." Ecco perché coloro che vogliono fare la volontà di Dio portano le primizie del loro raccolto ai ministri del Nuovo Testamento che sostituiscono i Leviti ei sacrificatori dell'Antico Testamento. E questo versetto continua dicendo: "Non farai cuocere il capretto nel latte di sua madre." Quest'interdizione è ancora ripetuta in Deuteronomio 14: 21.

Perché quest'interdizione? Perché i pagani di quell'epoca facevano cuocere un capretto nel latte di sua madre, in quanto che sacrificio ai loro dei. In seguito essi lo spandevano negli alberi, nei campi, nei giardini e negli orti, con la speranza che gli alberi e i campi fornissero un migliore raccolto l'anno seguente. Notate che quest'interdizione faceva seguito alla festa relativa al gran raccolto d'autunno.

Noi troviamo in seguito tutta una serie di versetti che sono così chiari che non è necessario spiegarli.

Noi arriviamo in Esodo 24:3: "E Mosé venne e riferì al popolo tutte le parole dell'Eterno e tutte le leggi. E tutto il popolo rispose ad una voce e disse: Noi faremo tutte le cose che l'Eterno ha dette." Dopo che l'Eterno diede i dieci comandamenti sotto una forma codificata dall'alto del Sinai, il popolo ebbe paura e non volle più udire parlare l'Eterno. Alla sua richiesta, Mosé servì da intermediario tra l'Eterno e il popolo, ecco perché egli ritorna verso Israele per riferirgli tutto quello che gli era stato detto.

Esodo 24:4: "Poi Mosé scrisse tutte le parole dell'Eterno; e, levatosi di buon'ora la mattina, eresse appiè del monte un altare e dodici pietre per le dodici tribù d'Israele." Dio scrisse i dieci comandamenti su due tavole di pietra e Mosè scrisse il "libro" del patto, che comprendeva le leggi civili stabilite tra l'Eterno e il popolo.

Esodo 24:5: "E mandò dei giovani tra i figlioli d'Israele ad offrire olocausti e immolare giovenchi come sacrifici d'azioni di grazie all'Eterno." Tutte queste offerte erano ancora volontarie, poiché il sacerdozio e i sacerdoti non esistevano ancora. La legge degli olocausti non sarà imposta che nove mesi più tardi.

Esodo 24:6-8: "E Mosé prese la metà del sangue e lo mise in bacini; e l'altra metà la sparse sull'altare. Poi prese il libro del patto e lo lesse in presenza del popolo, il quale disse: Noi faremo tutto quello che l'Eterno ha detto, e ubbidiremo. Allora Mosé prese il sangue, n'asperse il popolo e disse: Ecco il sangue del patto che l'Eterno ha fatto con voi sul fondamento di tutte queste parole." Noi stiamo vedendo che il primo patto fu suggellato con il sangue. Da questo fatto esso divenne obbligatorio, ma il popolo l'ha violato e si prostituì con falsi dei. E' a causa di questo che l'Eterno più tardi ripudiò i figli d'Israele.

Dopo questo patto, Mosé risalì sul monte e l'Eterno gli diede la descrizione del futuro tabernacolo e questo comprendeva tutti i particolari concernente l'arca, la tavola e i candelieri, i vestiti sacerdotali, la composizione dell'olio santo e dei profumi. Mentre Mosé si trovava presso l'Eterno, il popolo fece un vitello fuso davanti al quale offrì dei sacrifici, si prosternò e si prostituì. Noi passiamo direttamente a Esodo 34 e noi possiamo leggervi che l'Eterno raccomandò a Israele di non fare alleanza con il popolo che viveva nella terra promessa ed Egli aggiunge: Esodo 34:13: "Ma demolite i loro altari, frantumate le loro colonne, abbattete i loro idoli."

La versione sinodale traduce "I loro idoli" con "pii e sacri", il Rabbinato parla dei "loro boschetti" ed egli aggiunge una nota indicadone che si tratta del loro "Achéra", delle loro statue di Astarte. La versione del canonico Crampon scrive "loro Aschérim" e spiega che si tratta di rappresentazioni d'Astarte, deessa della luna, che non sono nient'altro che degli alberi con fogliame sempre verde, fissati in terra, senza radici, ma adornati dai loro rami.

Il Grande Larousse Enciclopedico scrive sotto il nome "ASHERAH": "Pio sacro, affondato nell'incenso del santuario cananeo, simbolo o idolo della divinità. Più tardi, Asherah si confuse con Astarte." Egli aggiunge sotto "ASHTERTE o ISHTAR": Nome di una divinità semitica corrispondente alla deessa sumeriana INNANA, conosciuta presso i Greci sotto il nome d'Astarte (…)"

Proseguiamo la nostra ricerca relativa alla legge. Ben inteso, certe ordinanze, certe leggi sono ripetute sia nello stesso libro, sia in altri libri. Non vorrei riferirmi ogni qual volta.

Noi giungiamo così a Esodo 34:21: "Lavorerai sei giorni; ma il settimo giorno ti riposerai: ti riposerai anche al tempo dell'aratura e della mietitura." La traduzione del Rabbinato dice: "Aratura e mietitura saranno interrotte." Questo è sempre valido ai nostri giorni, anche se c'è un temporale. Potremmo assimilare questo a una pecora caduta in un fosso? Non è così importante e urgente di salvare la mietitura? Noi leggiamo la risposta: "aratura e mietitura saranno interrotte." Nessuna eccezione è indicata. Di conseguenza, noi dobbiamo fare molta attenzione quando noi vogliamo paragonare le nostre situazioni a volte difficili alla pecora caduta in un fosso. Esodo 35:3: "Non accenderete fuoco in alcuna delle vostre abitazioni nel giorno del sabato." Se voi esaminate il contesto, voi constaterete che questo ordine fa parte delle istruzioni relative ai lavori per il tabernacolo. Era proibito principalmente di accendere il fuoco per fondere dei metalli, forgiare degli utensili, ecc.

La parola originale per "accendere" viene dall'ebraico "BA-AR" e significa "preparare una fiamma che consuma, che divora", è dunque un braciere. Non è il caso qui d'un fuoco per riscaldarsi o per riscaldare gli alimenti, ma di un fuoco artigianale. In questa interdizione, bisogna vedere che l'Eterno sapeva che gli israeliti non frenerebbero il loro ardore al lavoro e che essi vorrebbero proseguire le loro attività, anche durante il sabato.

Il fuoco era indispensabile per lavorare i metalli, ma l'eccesso del loro zelo era tale che Mosé si vide costretto di proibir loro di portare dei materiali supplementari per la costruzione di questo tabernacolo. Esodo 36:5-7: "Il popolo porta molto di più di quel che bisogna per eseguire i lavori che l'Eterno ha comandato di fare. Allora Mosé diede quest'ordine, che fu bandito per il campo: Né uomo né donna faccia più alcun lavoro come offerta per il santuario. Così s'impedì che il popolo portasse altro. Poiché la roba già pronta bastava a fare tutto il lavoro, e ve n'era d'avanzo."

Noi giungiamo alla fine del libro dell'Esodo, con la costruzione del tabernacolo o tenda di assegnazione. Noi non dobbiamo confondere questo tabernacolo con la tenda che Mosé innalzò fuori del campo che si chiamava " tenda di convegno". Esodo 33:7: "E Mosé prese la tenda, e la piantò per sé fuori dal campo, e la chiamò la tenda di convegno; e chiunque cercava l'Eterno, usciva verso la tenda di convegno, ch'era fuori dal campo." La tenda dunque di cui è il caso in questo versetto viene dall'ebraico "HAOHEL" e non bisogna soprattutto confondere con il tabernacolo o tenda di assegnazione di Esodo 40:1 che, essa, è tradotta dall'ebraico "HAMMISCHCAN". La tenda descritta in Esodo 33 è temporanea e non si tratta qui del santuario ufficiale comandato dall'Eterno Dio, che è descritto in Esodo 40. Si potrebbe dire che la tenda di Esodo 33 era il quartiere generale di Mosé.

Quando il popolo si trovò davanti al monte Sinai per ricevere i comandamenti durante la Pentecoste, era il terzo mese. Esodo 19:1: "Nel primo giorno del terzo mese da che furono usciti dal paese d'Egitto, i figlioli d'Israele giunsero al deserto di Sinai." Si tratta ben'inteso del terzo mese del primo anno, quello che vide la loro uscita dal paese d'Egitto.

Ora il tabernacolo fu eretto nove mesi più tardi. Riteniamo bene questo, poiché questo periodo di nove mesi avrà una grande importanza per il seguito dello studio che noi intraprendiamo con il libro del Levitico.

Esodo 40:1: "L'Eterno parlò a Mosé, dicendo: Il primo giorno del primo mese erigerai il tabernacolo, la tenda di convegno."

Esodo 40:16-17: "E Mosé fece così; fece interamente come l'Eterno gli aveva ordinato. E il primo giorno del primo mese del secondo anno, il tabernacolo fu eretto."

Entro il terzo mese del primo anno e il primo mese del secondo anno, un periodo di nove mesi è ben trascorso.

Esodo 40:33: "Eresse pure il cortile attorno al tabernacolo e all'altare, e sospese la portiera all'ingresso del cortile. Così Mosé compié l'opera."

Mosé viene dunque di mettere un punto finale all'unione di quest'opera e, ora, qualcosa di speciale avviene: Esodo 40:34-35: "Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria dell'Eterno riempì il tabernacolo. Mosé non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola vi s'era posata sopra, e la gloria dell'Eterno riempiva il tabernacolo." Ora YHVH è in mezzo al Suo popolo, Egli ha mantenuta la promessa che Egli avrebbe fatta in Esodo 29:45: "E dimorerò in mezzo ai figlioli d'Israele e sarò il loro Dio." Non solamente YHVH era il loro Dio, ma Egli era il loro Re. E' certo che al momento quando l'Eterno entrò nel Tabernacolo, Egli aveva la Sua corte, i Suoi angeli con Lui, come ci spiega l'apostolo Paolo nella sua epistola ai Galati.

Egli è venuto come il Dio del Suo popolo, ma Egli era anche il loro Re. E' questo che noi scopriamo nelle parole di Samuele:

I Samuele 12:12: "Ma quando udiste che Nahas, re dei figliuoli di Ammon, marciava contro di voi, mi diceste: No deve regnare su noi un re. Però L'Eterno, il vostro Dio, era il vostro re." Isaia 33:22: "Poiché l'Eterno è il nostro giudice, l'Eterno è il nostro legislatore, l'Eterno è il nostro re, egli è colui che ci salva."

L'Eterno è ora nel tabernacolo e questo avvenne nove mesi dopo l'episodio del Sinai. Noi siamo giunti alla fine del libro dell'Esodo, ma non dimentichiamo che sono gli uomini che hanno dato i titoli a questi libri, che numerarono i capitoli e il versetti. Ora questa storia non è finita, lungi da questo, al contrario essa prosegue con il versetto seguente: Levitico 1:1: "L'Eterno chiamò Mosé e gli parlò dalla tenda di convegno, dicendo: Parla ai figlioli d'Israele e dì loro (…)"

E' là che l'Eterno istituì la legge sulle offerte ed i sacrifici, con le diverse oblazioni. Questa legge doveva essere momentanea ed essa non aveva nulla da vedere con la legge eterna.

E' perché essi non conoscevano la differenza tra queste due leggi che certi "cristiani" affermano che la legge è abolita, continuando a vivere nel peccato per ignoranza.

E nello stesso tempo che questa legge, YHVH diede dei protocolli di corte, dei protocolli per la corte del gran Re del popolo d'Israele, che è nello stesso tempo un Dio, un Giudice, un Salvatore e il Grande Legislatore.

* * * * * * *

Prima di proseguire questo studio che ci permetterà di scoprire le diverse facette della legge, io vorrei ricordarvi il simbolo che rappresenta ancora per noi tutti il tabernacolo e i diversi oggetti che si trovavano all'interno di questo. Noi vedremo ugualmente i diversi sacrifici che furono dati in seguito, a causa delle trasgressioni. Però, io vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che una comprensione corretta di questi diversi sacrifici è ugualmente necessaria per aiutare la maturità spirituale.

Quello che noi andremo a esaminare è molto importante e ci permetterà di comprendere quello che il mondo cristiano non giunge ad intravedere, semplicemente poiché essi rigettano l'Antico Testamento e la legge.

Il tabernacolo era una costruzione leggera che si considererebbe ai nostri giorni come un prefabbricato. Esso era destinato ad essere congegnato per essere smontato molto facilmente.

All'interno di questo insieme si situava la tenda di assegnazione che era composta di due ambienti, di due stanze. Il primo ambiente era isolato con un velo. Si trattava della parte santa e, per passare nella seconda parte, chiamato il Santissimo, bisognava superare il "velo".

Tutto attorno alla tenda di assegnazione si estendeva un grande spazio, chiamato il cortile, nel quale gli israeliti avevano l'autorizzazione di poter penetrare. A meno che essi non siano stati circoncisi, questo spazio non era accessibile ai gentili. Ai nostri giorni, Dio accetta, nel Suo tempio spirituale, solo le persone che hanno il cuore circonciso (Romani 2:28-29; Colossesi 2:11).

E' in questo spazio che si trovava l'altare degli olocausti ed è su questo che la maggior parte dei sacrifici si offrivano. Questo altare prefigurava il sacrificio di Cristo che si è offerto per tutti e nello stesso tempo quello del cristiano che, secondo Romani 12, deve offrire il suo corpo come un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio.

Pietro ci dice, nella sua prima epistola, che noi siamo un sacerdozio santo destinato a offrire, per Gesù Cristo, delle vittime spirituali che sono gradevoli a Dio (I Pietro 2:5) e queste vittime spirituali, siamo noi tutti che siamo cristiani.

Paolo aggiunge in Efesini 2:12-13: "In quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, non avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo." Notiamo bene che si tratta anche di noi tutti che, prima di essere chiamati, eravamo degli incirconcisi di cuore, privati del diritto di dimorare in mezzo all'Israele spirituale.

Cioè a dire, grazie al sacrificio di Cristo, noi possiamo entrare nella parte santa, nella prima sezione della tenda di assegnazione, poiché noi siamo giustificati con il sangue di Cristo e questo, noi non dobbiamo mai dimenticarlo.

Sul sagrato, vi era anche una bacinella di rame destinata alle abluzioni. Essa doveva essere ripiena d'acqua e si situava tra l'altare, dove si effettuavano i sacrifici e l'entrata della tenda di assegnazione. Aaronne e i suoi figli dovevano lavarsi le mani e i piedi prima di entrare nella tenda di assegnazione, come ce lo conferma il libro dell'Esodo. Questo ci fa capire ugualmente che noi dobbiamo essere immersi nell'acqua del battesimo per poter avvicinarci intimamente a Dio.

Lo Spirito Santo è quella potenza che ci santifica nella verità. Lo Spirito Santo, è anche il pensiero di Dio che apre il nostro spirito alla verità. Giovanni 17:17: "Santificali nella verità; la tua parola è verità." Paolo scrive in I Corinzi 6:11: "E tali eravate alcuni." Nel versetto precedente, Paolo parla delle idolatrie, degli adulteri e anche di tutti coloro che, con il loro modo di vivere, non erediteranno il Regno di Dio e egli aggiunge: "Ma voi siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome di Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell'Iddio nostro."

Quando egli entrava nella prima parte della tenda di assegnazione, quella che è chiamata "santa", il sacerdote doveva portare del sangue con lui.

All'interno della parte santa, si trovava il solo candeliere composto di sette braccia. Ciascuna di queste braccia rappresentava uno dei sette periodi importanti della storia dell'antico Israele. Mentre, noi troviamo, nel libro dell'Apocalisse, la descrizione dei sette candelieri separati ed essi rappresentano i sette periodi, o le sette ere, della Chiesa di Dio, descritte nei capitoli 2 e 3 del libro dell'Apocalisse.

L'olio che doveva essere utilizzato per illuminare il candeliere era, come ci insegna la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte, il simbolo, la prefigurazione dello Spirito Santo di Dio. Ai nostri giorni, è il vero cristiano, il discepolo reale di Cristo, che è la luce del mondo.

In questa parte santa, vi era anche una tavola sulla quale si dovevano porre dei pani freschi durante ogni sabato. Questo pane simboleggiava Cristo che è il pane di vita come Egli l'afferma in Giovanni 6:48. Noi tutti, dobbiamo mangiare di questo pane per vivere e crescere spiritualmente. Questi pani erano sostituiti durante ogni sabato con dei pani nuovi che simboleggiavano un nutrimento spirituale fresco. Vi era anche l'altare dei profumi e questi profumi che vi si bruciavano simboleggiavano le preghiere dei santi. E' ciò che conferma Apocalisse 5:8 e 8:3.

Ora noi giungiamo al Santissimo, a questa seconda parte della tenda di assegnazione, separata da un velo. Solo il sommo sacerdote era autorizzato ad entrarci e questo poteva farlo una volta sola all'anno, durante il giorno delle Espiazioni. Tuttavia , al momento preciso quando Cristo è morto, un avvenimento spettacolare ebbe luogo, che ci è redatto in Matteo 27: 51: "Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo (…)"

Dio voleva dimostrare perciò che noi abbiamo ora, grazie al sacrificio di Cristo, il nostro grande Sommo Sacerdote che oggi siede alla destra di Dio, l'accesso diretto con la preghiera al nostro Padre celeste. Ecco perché noi dobbiamo attribuire alle preghiere una grande importanza poiché, per esse, noi gioiamo di un grande privilegio che ci è stato concesso dal nostro Salvatore al momento quando Egli è morto, spargendo il Suo sangue (Romani 5:9-10).

Vi era anche l'arca del patto che conteneva le tavole di pietra sulle quali YHVH aveva scritto i dieci comandamenti, un vaso d'oro contenente della manna e la verga d'Aaronne che era fiorita. Al disopra dell'arca si situava il propiziatorio e i due cherubini che la coprivano con le loro ali. E' su questo propiziatorio, che ufficiava da trono, che Stava l'Eterno quando Egli incontrava Mosé.

Esodo 25:21-22: "E metterai il propiziatorio in alto, sopra l'arca; e nell'arca metterai la testimonianza che ti darò. Quivi io m'incontrerò teco; e di sul propiziatorio, di fra i due cherubini che sono sull'arca della testimonianza, ti comunicherò tutti gli ordini che avrò da darti per i figlioli d'Israele."

Infine, sul lato dell'arca si trovava il libro del patto nel quale Mosé aveva scritto tutte le parole dell'Eterno, come noi abbiamo già letto in Esodo 24.

Dunque tutto è a posto!

Un periodo di nove mesi è trascorso dall'episodio del Sinai durante la quale YHVH ha parlato dall'alto del monte per fare conoscere al Suo popolo i comandamenti dati sotto una forma codificata.

Ma un avvenimento importante ebbe luogo nel frattempo. Noi non ci siamo fermati, benchè sia molto conosciuto, ma eccone il racconto. Da più di un mese, Mosé era salito sul monte presso YHVH e il popolo non tardò a dimenticare il patto che esso aveva fatto con il suo Dio.

Sicuramente, Aaronne ha la responsabilità del popolo durante l'assenza di Mosé. Ma Aaronne non è un capo, un conduttore come lo è Mosé, ed egli non ha la sua autorità. Ecco perché egli lascia gli israeliti soccombere alle loro inclinazioni e ai loro desideri.

Il ruolo di un capo è di mantenere fermamente il diritto e la giustizia, anche se si trova da solo davanti ad una moltitudine. Ma Aaronne non fece la sua parte, ecco perché l'Eterno volle distruggerlo. Leggiamo ciò che Mosé dice in Deuteronomio 9:20: "L'Eterno s'adirò anche fortemente contro Aaronne, al punto di volerlo far perire; e io pregai in quell'occasione anche per Aaronne."

Esodo 32:6, la seconda parte del versetto: "E il popolo si adagiò per mangiare e bere, e poi si alzò per divertirsi." Secondo certe versioni, essi si alzarono per danzare, ma danzare in una maniera erotica. Esodo 32:25: "Quando Mosé vide che il popolo era senza freno e che Aaronne lo aveva lasciato sfrenarsi (…)" Secondo l'originale, il popolo si scopriva, si denudava, probabilmente per commettere adulterio e fornicazione, come lo fece così facilmente un pò più tardi con le figlie di Moab.

Di conseguenza, il popolo aveva peccato contro il primo comandamento avendo un falso Dio, contro il secondo chiedendone un'immagine scolpita, contro il settimo per la loro prostituzione e contro il decimo per la loro concupiscenza.

Constatando che la Sua grande legge eterna era stata trasgredita così rapidamente da coloro che Egli Si era scelto, YHVH decise di stabilire una legge che permetteva loro di capire l'ampiezza del peccato, senon a quell'epoca, perlomeno un mese più tardi, quando il velo sarà loro stato tolto.

Per questo, era necessario di dare a questo popolo dal collo duro dei lavori che avrebbero dovuto compiere ogni qual volta che essi trasgredivano la grande legge eterna, riassunta dall'alto del Sinai. Questa fu la legge dei sacrifici e delle offerte, una legge data nove mesi più tardi per dei motivi ben precisi. Essa sarà momentanea, ma perdurerà nientemeno fino al sacrificio di Cristo, sarebbe a dire fino alla Sua morte.

Prima dei sacerdoti levitici, le offerte e i sacrifici erano volontari, mentre che, in seguito, essi saranno prescritti, comandati, imposti sotto forma di legge, e sarà necessario di avere un tabernacolo, un altare e un sacerdozio. Durante questi sacrifici, si offrivano degli animali morti, mentre che il cristiano si deve offrire in sacrificio vivente (Romani 12:1).

Tutti questi sacrifici ordinati erano dei rituali, dei protocolli di corte, per la corte del re d'Israele l'Eterno, ma essi non inizieranno che quando YHVH sarà entrato nel tabernacolo in mezzo al Suo popolo. Il protocollo e l'insieme degli usi, dei costumi che si dovevano rispettare e applicare durante certe cerimonie o in diverse circostanze particolari.

Gesù è venuto sulla terra come un semplice servitore, non come Re dei re. Di conseguenza, il protocollo non aveva alcuna ragione di essere per Lui, per la Sua persona. Attualmente, Egli è assiso sul trono di Suo Padre e non vi è più tempio sulla terra, né altare, né sacerdozio, benché la Chiesa sia il sacerdozio.

Ma, quando Egli ritornerà come Re dei re e Signore dei signori, un nuovo tempio sarà costruito, il protocollo sarà instaurato di nuovo e vi saranno dunque dei sacrifici, compresi i sacrifici d'espiazione che sarà un richiamo del sacrificio d'espiazione di Cristo. E' ciò che confermano i sesti ultimi capitoli del libro di Ezechiele.

All'epoca dell'Antico Testamento, tutti questi protocolli e questi rituali avevano uno scopo, quello di annunciare la venuta d'un Salvatore. Presentare dei sacrifici, era percepire Gesù Cristo nelle differenti maniere e, quando essi riprenderanno, questo sarà ancora per vederLo sotto le Sue differenti forme, per prendere coscienza di tutto ciò che Egli è stato, di tutto ciò che Egli ha subito per tutta l'umanità.

YHVH desidera la costruzione d'un tabernacolo alfine di abitare in mezzo al Suo popolo, Egli voleva un tabernacolo fisico per un popolo fisico a cui il Santo Spirito non era stato promesso. Leggiamo ciò che YHVH chiede loro in Levitico 19:2: "Siate santi, perché io, l'Eterno, l'Iddio vostro, sono santo." La santità che YHVH esigeva da loro non era che una santità fisica. Egli voleva insegnare loro le buone abitudini fisiche, senza inculcare al loro spirito delle lezioni spirituali che essi non sarebbero stati capaci di comprendere.

Quello che Egli voleva, era di dare a loro un buon fondamento, sul quale essi potrebbero essere gli stessi a costruire più tardi. Gli israeliti che avranno praticato le leggi divine e che avranno imparato a purificarsi fisicamente avranno molta più facilità di convertirsi all'epoca della seconda resurrezione.

Quanto al tabernacolo, egli era in mezzo al campo d'Israele e al centro di tutte le cose. Infatti, l'Eterno era in mezzo al Suo popolo, rivelandoSi a lui con una nuvola. Più tardi, Egli decise di vivere di nuovo in mezzo ad essi e questo fu la costruzione del tempio di Gerusalemme. E là, di nuovo, si trovavano i rituali, i protocolli di corte.

E' dal tabernacolo che YHVH dettò a Mosé quello che noi troviamo nel libro del Levitico e questo si estende su un periodo di un mese. E' quello che lei scoprirà paragonando il primo versetto del libro del Levitico con il primo versetto del libro dei Numeri.

La maggior parte dei "cristiani" di questo mondo sono nella confusione riferendosi alla legge, poichè essi non capiscono che una seconda legge, che non doveva essere che temporanea, era stata data in seguito a causa delle trasgressioni commesse contro la grande legge eterna.

Al momento quando il popolo lasciò l'Egitto, come neanche davanti al Sinai, YHVH non dà alcun ordine, nessuna prescrizione sul soggetto dei sacrifici. Ciò si farà più tardi ed è quello che è confermato in Geremia 7:21-22: "Così parla l'Eterno, l'Iddio d'Israele: Aggiungete ai vostri olocausti ai vostri sacrifici, e mangiatene la carne!" Qui YHVH rifiuta i sacrifici poichè il Suo popolo, come lo indica il contesto, ruba, uccide, commette degli adulteri, và verso i falsi dei e si permette in siguito di venire a presentarsi davanti a Lui. E Egli aggiunge questo che ci interessa: "Poiché io non parlai ai vostri padri e non diedi a loro alcun comandamento, quando li trassi fuori dal paese d'Egitto, intorno agli olocausti e ai sacrifici."

In nessun momento, che questo sia lasciando l'Egitto o davanti al Sinai, il popolo non ricevette alcuna istruzione relativa ai rituali e ai protocolli di corte.

Galati 3:19: "Che cos'è dunque la legge?" Paolo non si riferisce qui ai comandamenti né al resto della legge. Egli sa che, senza legge, non vi è il peccato, di cui egli fa menzione qui di un'altra legge ed egli precisa: "Essa fu aggiunta (essa è stata data più tardi) a motivo delle trasgressioni." Questa legge è stata data poiché la grande legge eterna è stata trasgredita. Per quanto tempo rimarrà essa in vigore? Quando cesserà essa di essere un pedagogo che conduce a Cristo?

Paolo risponde: "finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo d'angeli; per mano d'un mediatore." Perché Paolo dice che ella è stata promulgata dagli angeli? Perché essa è stata data a Mosé, dal tabernacolo davanti a tutti quegli angeli che erano là, presenti, alla corte del grande re d'Israele.

Con la loro presenza, essi servivano alla promulgazione del messaggio e, ai nostri giorni, se un primo ministro, circondato dai membri del suo governo, fa una dichiarazione ufficiale, tutti coloro che lo attorniano servono alla promulgazione della sua dichiarazione, la loro presenza attesta ufficialmente e conferma formalmente l'esistenza del messaggio o della legge pubblicata. Paolo aggiunge che questo si è fatto con un mediatore e questo mediatore, è Mosé che serviva da intermediario tra l'Eterno e il popolo.

La progenie di cui è questione in questo versetto, è Cristo a chi la promessa era stata fatta, come lo conferma Galati 3: 16: "Or le promesse furono fatte ad Abramo e alla sua progenie. Non dice: E alle progenie, come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: E alla tua progenie, ch'è Cristo."

Quando noi esaminiamo il contesto, noi constatiamo che la legge di cui parla Paolo nella sua lettera ai Galati è una legge che richiede le opere, egli specifica bene "le opere della legge." Galati 2:16: "Avendo pur nondimeno riconosciuto che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo anche noi creduto in Gesù Cristo alfine d'essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata."

Quando il Nuovo Testamento menziona "le opere della legge", questa espressione è tradotta come qui dal greco "ERGON", è ciò richiede un duro lavoro, degli sforzi, è un'occupazione. Noi saremo ricompensati secondo le opere spirituali, come ho già avuto l'occasione di spiegarvelo. Ecco perché noi dobbiamo lavorare per la nostra salvezza.

Tuttavia, è questione qui delle opere della legge e Paolo fa allusione in questo versetto a una legge che richiede delle opere, stabilite più tardi e che non impone duri lavori, e degli sforzi fisici, richiesti a un popolo fisico che non comprende nulla di quello che è spirituale. E' di essa dunque che ne è questione nei primi capitoli del libro del Levitico.

Questa legge è stata data fino a che venne la progenie! Leggiamo ciò che Paolo ha scritto parlando del tabernacolo:

Ebrei 9:8-10: "Lo Spirito voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché sussisteva ancora il primo tabernacolo. Esso è una figura per il tempo attuale, conformemente alla quale s'offrono doni e sacrifici che non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto (al momento quando Paolo scrisse questo, il tempio era sempre in piedi, egli sarà distrutto solo due o tre anni più tardi, mettendo così fine ai sacrifici secondo le forme dell'Antico Testamento), e qui, con gli alimenti, le bevande (questo si situa in Levitico 2 e Numeri 15) e varie abluzioni (tutte quelle che erano imposte a coloro che si rendevano impuri), erano degli ordini carnali (dei decreti fisici che non potevano rendere perfetti e dunque che non potevano cancellare i peccati. Questi ordini erano) imposti solamente fino al tempo della riforma."

L'antico patto era un sistema volontariamente incompleto poiché, a quell'epoca, Dio non apriva lo spirito della gente, l'antico patto riposava solo sulla comunità e non sull'individuo. Oggi, la salvezza è individuale e, a l'eccezione di qualche patriarca, re e profeti, la salvezza non era disponibile sotto l'antico patto.

Il sangue dei tori e dei becchi non procuravano che la purità della carne niente altro, esso e non poteva rimettere alcun peccato. Ebrei 9:13: "Perché, se il sangue dei becchi e di tori e la cenere d'una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati santificano in modo di dare la purità della carne (…)"

L'antico patto era dunque fisico, esso purificava la carne, questo non era che un perdono fisico e il suo scopo non era di andare verso la perfezione spirituale. Mentre, sotto il nuovo patto, Dio dimentica le nostre colpe, Egli le cancella, se noi ci pentiamo; mentre che, sotto l'antico patto, il popolo era costantemente richiamato dai suoi peccati. Ebrei 10:3-4: "Invece in quei sacrifici è rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; perché è impossibile che il sangue dei tori e dei becchi tolga i peccati."

Ebrei 10:16-18: "Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore Io metterò le mie leggi nei loro cuori, e le scriverò nelle loro menti, egli aggiunge: Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta per il peccato."

Di conseguenza, per noi che siamo sotto il nuovo patto e che abbiamo fatto un patto spirituale, in cui Dio ha scritto le Sue leggi nei nostri cuori e nei nostri spiriti, non vi è più bisogno di ricorrere di nuovo a sacrifici di animali, il loro sangue non poteva togliere, e cancellare i nostri peccati. Se il nostro pentimento è sincero e se noi perseveriamo nella strada stretta, il ricordo dei nostri peccati passati non saranno rinnovati, no, Dio li dimentica, Egli li cancellerà. La legge dei sacrifici e tutti questi rituali erano profetizzati, essi dovevano condurre a Cristo e, con le diverse ordinanze, illustrare la morte del Messia, senza dimenticare di dimostrare tutto ciò che Egli ha adempiuto.

Gli olocausti per il quale si offriva la carne d'un animale, le offerte che non erano sanguinanti e i sacrifici di azione di grazia o di pace avevano un odore gradevole all'Eterno. Di conseguenza, Dio accetta e ama questi sacrifici, si può dire che essi facevano parte dei protocolli di corte. Vediamo questo in Levitico 1:9, alla fine del versetto: "come un olocausto, un sacrificio di soave odore, fatto mediante il fuoco all'Eterno!" Veda ancora Levitico 3:5.

E sul soggetto degli olocausti, ecco i particolari: Levitico 6:2-6: "Questa è la legge dell'olocausto. L'olocausto rimarrà sulle legna accese sopra l'altare tuta la notte, fino al mattino; e il fuoco dell'altare sarà tenuto acceso (…) Il fuoco sarà mantenuto acceso sull'altare e non si lascerà spegnere; e il sacerdote vi brucerà su delle legna ogni mattina, vi disporrà sopra l'olocausto, e vi farà fumare sopra il grasso, dei sacrifici di azioni di grazie. Il fuoco dev'essere del continuo mantenuto acceso sull'altare, e non si lascerà spegnere."

Questo olocausto era di un odore gradito all'Eterno e doveva bruciare senza smettere. Io penso che noi possiamo ora meglio capire le parole di Paolo, quando egli ci dice: "Non cessate di pregare!" Le nostre preghiere sono come un profumo che devono salire senza smettere verso Dio, non delle parole incessanti, ma un'attitudine che permette di essere in contatto permanente con Lui.

La legge dei sacrifici è stata aggiunta al patto originale per insegnare anche certe lezioni che dovevano illustrare la futura venuta di Cristo. I sacrifici prefigurano Cristo e, studiandoli, la Sua opera è disseccata e analizzata in diversi modi.

L'antico patto non poteva rendere il popolo perfetto, poiché era un sistema incompleto. Dio non operava nello spirito della gente. Mentre, la salvezza è individuale e, come ho detto, all'eccezione di qualche rara persona, essa non era disponibile all'epoca dell'antico patto. Oggi, sotto il nuovo patto, noi possiamo ottenere la salvezza con il sacrificio del nostro Salvatore. Sono pochi, coloro che vissero prima della venuta di Cristo, e ricevettero lo Spirito Santo e furono così suggellati per partecipare alla prima resurrezione.

Dio però non chiede alcun sacrificio umano, nel senso di sacrificare una vita dando la morte. Noi dobbiamo essere dei sacrifici viventi. Satana è un gran contraffattore: Nel passato, è lui che ha ispirato le religioni pagane e la pratica dei sacrifici umani. Per esempio, dei bambini erano offerti in sacrificio consumati dal fuoco al dio Moloch.

Tuttavia, e capite bene questo, poiché la morte d'un animale non poteva perdonare il peccato, poiché il salario del peccato è la morte, per riscattare questa vita, ci voleva un'altra vita umana, e per riscattare la vita di tutta l'umanità, bisognava più di una vita umana.

Cristo doveva dunque avere più valore che un umano per pagare il salario del peccato per tutti gli uomini. In effetti, benché avendo vissuto senza commettere peccato, Egli avrebbe potuto riscattare che una sola vita, se Lui fosse stato un essere umano ordinario.

Ma Cristo era l'Eterno dell'Antico Testamento. Era un Dio, ma un Dio che, per venire a salvare l'umanità, Si era spogliato completamente della Sua divinità alfine di divenire simile agli uomini e di apparire comme un semplice uomo, ciò che Paolo conferma in Filippesi 2:6-7.

I Corinzi 15:17-18: "E se Cristo non è risuscitato (sarebbe stato il caso, se Lui avesse mantenuto la Sua divinità, poiché Egli non sarebbe morto e non avrebbe potuto pagare l'ammenda dei nostri peccati), vana è la vostra fede; ; voi siete ancora nei vostri peccati (dunque voi non avreste un Salvatore, voi non avete il diritto alla resurrezione, voi siete perduti). Anche quelli che dormono in Cristo, sono dunque periti." Ma si assicuri, non è il caso! Colui che è morto sul legno, era un Dio divenuto un semplice uomo, simile agli uomini, senza più alcuna divinità in Lui.

Cristo, come noi vedremo la prossima volta, Si è offerto volontariamente, Egli non fù forzato di farlo ed Egli avrebbe potuto mettere fine alla Sua missione in ogni momento e ottenere di nuovo la vita eterna, Egli avrebbe potuto recuperare la gloria passata, poiché Egli aveva vissuto una vita perfetta, senza commettere peccato.

Se, Egli avesse deciso di non andare fino alle sofferenze e fino alla morte che noi conosciamo dalle Scritture, noi saremmo senza Salvatore, senza speranza, senza alcuna speranza nella resurrezione, e noi potremo dire con Paolo: "Mangiamo e beviamo, perché domani morremo" (I Corinzi 15:32).

Certi "cristiani" nel mondo osservano il sabato, e questo durante il settimo giorno della settimana, ma essi si rifiutano di osservare le feste annuali dell'Eterno, pretestando che i sacrifici sono stati aboliti. E' il caso, per esempio, degli avventisti. Ma il giorno santo non richiedeva al principio alcun sacrificio. Quando l'Eterno dette al Suo popolo le istruzioni per le feste dei pani azzimi, in Esodo 12, non era questione di sacrifici.

Quando il popolo d'Israele si trova davanti al Sinai, YHVH ricorda a Mosé le Sue feste annuali è sempre non è questione di sacrifici. Rileggiamo il passaggio: Esodo 23:14-17: "Tre volte all'anno mi celebrerai una festa. Osserverai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane senza lievito, come te l'ho ordinato, al tempo stabilito nel mese di Abib, perché in quel mese tu uscisti dal paese d'Egitto; e nessuno comparirà dinanzi a me a mani vuote." Si tratta della festa della prima stagione ed ecco quella della seconda stagione: "Osserverai la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che avrai seminato nei campi." Si tratta della piccola raccolta, è la festa delle settimane, o Pentecoste, e adesso ecco la terza stagione: "è la festa della raccolta, alla fine dell'anno, quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro. Tre volte all'anno tutti i maschi compariranno davanti al Signore, l'Eterno."

Leggiamo il versetto seguente, poiché là è questione di un sacrificio. Esodo 23:18: "Non offrirai il sangue della mia vittima insieme col pane lievitato; e il grasso dei sacrifici della mia festa non sarà serbato durante la notte fino al mattino."

Come già spiegato esaminando questo capitolo, è questione in questo versetto della Pasqua, stabilita all'uscita dall'Egitto e proseguita sotto l'antico patto. La carne dell'animale non era considerata come un olocausto, essa doveva essere mangiata dai partecipanti e non era questione di offrire il sangue a chicchesia, neanche all'Eterno.

Dunque, al principio, i giorni santi non richiedevano alcun sacrificio. Mentre, si perde spesso di vista che i sacrifici dovevano essere offerti ogni giorno ed essi dovevano rimanere sul fuoco dell'altare, durante tutta la notte, come noi l'abbiamo letto.

Dei sacrifici dovevano dunque essere consumati dal fuoco in un modo costante e questo mi porta a porle una domanda: Romani 12:1: "Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio (per la sua misericordia, per il suo amore), a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale (questo sarebbe da parte vostra un culto logico, normale)." Noi abbiamo spesso letto questo versetto, ma come lo vediamo noi? Quante volte alla settimana, quante ore al giorno siamo noi dei sacrifici viventi?

Molti s'immaginano che la legge sia abolita, essi si basano per questo su Ebrei 10:8-9: "Dopo aver detto prima: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato (i quali sono offerti secondo la legge), egli dice poi (in questo passo e la questione di Cristo): Ecco io vengo per fare la tua volontà. Egli toglie il primo per stabilire il secondo."

La Parola "abolito" è una cattiva traduzione. Nulla è stato abolito, neanche i sacrifici di animali. Essi sono messi da parte momentaneamente, ma noi li ritroveremo nel Regno, come lo conferma Ezechiele alla fine del suo libro.

Quanto ciò che rappresentava questa legge e ciò che essa prefigurava era divenuta realtà, essa fu messa a parte momentaneamente ma non abolita.

Perché Ebrei 10:10: "In virtù di questa "volontà" noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre." Il sacrificio supremo che sostituisce tutti i sacrifici possibili ed immaginabili aveva avuto luogo e più nulla lo poteva uguagliare.