IL DESTINO DELL'UOMO

Nel primo versetto del libro della Genesi, noi leggiamo: "Nel principio, Iddio creò..." (Genesi 1:1). Questo versetto sembra menzionare che è una sola persona, poiché la parola "Dio" è al singolare, mentre si tratta di una parola plurale tradotta dall'ebraico "ELOHIM", dunque la terminologia "IM" indica il plurale. Per conseguenza, questa parola avrebbe dovuto essere tradotta per: "La famiglia Creatrice, Onnipotente" o ancora per "il Regno di Dio".

"ELOHIM" non significa un dio, e neanche diversi dei, ma il suo senso è in collettivo come la parola "famiglia". Noi ritroviamo questo stesso senso collettivo nella parola "chiesa". Cristo ha edificato la Sua Chiesa, una sola Chiesa ma che è composta da numerosi membri.

Le Scritture confermano che la famiglia di Dio è composta da due membri: L'Altissimo che diverrà più tardi il Padre, e l'Eterno, Yahweh, che diverrà Suo Figlio come lo conferma il libro dei Salmi dove i verbi sono al futuro. "Egli m'invocherà dicendo: Tu sei il mio Padre, il mio Dio, e la rocca della mia salvezza. Io altresì lo farò il primogenito, il più eccelso dei re della terra" (Salmo 89:26-27).

E' evidente che nella prima parte di questo passo, qui si tratta di Cristo, che secondo l'epistola di Paolo ai Colossesi, diventarà il primo nato fra i morti (Col. 1:15 e 18), cioè a dire il primo a essere resuscitato per la vita eterna. Egli diverrà il più elevato dei re della terra, al Suo ritorno in quanto Re dei re e Signore dei signori (Apoc. 19:16).

L'Altissimo è Dio, l'Eterno è anche Dio. Per il momento, sono i due soli esseri della famiglia divina. All'epoca dell'Antico Testamento, la maggior parte delle persone non conoscevano l'Altissimo, malgrado che Egli sia menzionato a più riprese nelle Scritture.

Ricordatevi che una delle ragioni della venuta di Gesù Cristo sulla terra era di fare conoscere il Padre. L'apostolo Giovanni scrive: "Nessuno ha mai veduto Iddio; l'unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l'ha fatto conoscere" (Giovanni 1:18). Secondo il testo originale, Egli Lo ha rivelato. Dunque, non si rivela ciò che è sconosciuto o tenuto segreto. Gesù ha detto ai Suoi discepoli: "Se m'aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l'avete veduto" (Giovanni 14:7).

L'espressione "fin da ora" esprime ben l'idea di scoperta. Se il Dio che si è mostrato ad Abramo, a Mosé, che ha parlato al popolo d'Israele dall'alto della montagna del Sinai, era stato l'Altissimo, Gesù non avrebbe dovuto rivelarLo. Giovanni conferma ciò che vi spiego scrivendo: "Nessuno vide giammai Iddio" (I Giov. 4:12).

Il nome dell'Altissimo è menzionato per la prima volta nel libro della Genesi, dove noi leggiamo che Melchisédek era sacerdote dell'Iddio Altissimo (Genesi 14:18-20). Davide era uno dei privilegiati a sapere chi è l'Altissimo, e anche Daniele, poiché ne parlò al re Nabucanezar nel quarto capitolo del suo libro.

I due personaggi della famiglia divina decisero di creare l'uomo e la donna. L'uomo fu formato dalla polvere e non ricevette la vita eterna, non vi era nulla di immortale in lui, è ciò che l'Eterno spiegò ad Adamo: "Mangerai il pane con il sudore del tuo volto finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai" (Gen. 3:19).

La creazione fisica ha conosciuto il suo compimento nel primo capitolo della Bibbia, ma lo scopo stesso di questa creazione fisica non è ancora compiuta; poiché, con la prima coppia, ha iniziato il grande processo che terminare con la creazione spirituale dell'uomo, lo scopo di Dio è di allargare la Sua famiglia con dei figli spirituali.

Se l'uomo persevera nella grazia e nella conoscenza, crescerà verso la perfezione e sarà trasformato, con una resurrezione, in essere spirituale. L'uomo che sarà generato da Dio nascerà nella Famiglia Divina.

Che l'uomo possa diventare un Dio è una affermazione che colpisce. Eppure... Leggiamo ciò che Cristo dichiara ai Giudei: "Gesù rispose loro: Non è egli scritto nella vostra legge: Io ho detto: Voi siete dei? Se chiama dei coloro ai quali la Parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), come mai dite voi a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che lui bestemmia, perché ha detto sono Figliuolo di Dio" (Giovanni 10:34-36). Questa espressione "Voi siete dei dei", ci riporta alla parola "ELOHIM" da Genesi 1:1.

Ciò che mise i Giudei in collera, al punto di voler lapidare Cristo, non è il fatto di considerare Dio come un Padre, e neanche l'espressione "voi siete dei dei", ma ciò che Gesù aveva detto prima di questo: "Io e il Padre siamo uno" (Giovanni 10:30).

Considerare l'Eterno come un Padre era cosa corrente, Leggiamo come il popolo d'Israele considerava Yahweh: "Tu, o Eterno, sei nostro Padre, il tuo nome, in ogni tempo, è Redentore nostro" (Isaia:63:16). E prosegue: "Nondimeno, o Eterno, tu sei nostro Padre; noi siamo l'argilla; tu, colui che ci formi; e noi siamo tutti l'opera delle tue mani" (Isaia 64:8).

L'Eterno precisa ciò che Egli rappresenta per il popolo: "Perché sono diventato un Padre per Israele" (Geremia 31:19). Notate ciò che Yahweh afferma: "Io un Padre", non dice: "Io sono il Padre". A volte, anche sapendo molto bene che non è la realtà, noi consideriamo una persona anziana come un padre o una madre perché questa ci consiglia e si impensierisce per noi.

Ai nostri giorni, le persone sono ancora pronte a gridare alla bestemmia quando qualcuno ammette di credere alle parole che Gesù ha pronunciato prima del Suo arresto: "Padre santo, conservali nel tuo nome, essi che tu m'hai dati, affinché siano uno con noi... che siano tutti uno, che come tu, o Padre sei in me, ed io sono in te affinché in noi... Affinché siano uno come noi siamo uno..." (Giovanni 17:11, 21-22).

Nel primo capitolo del suo Evangelo, l'apostolo Giovanni dichiara che Gesù, la Parola è Dio. E' Lui l'Eterno dell'Antico Testamento. E' la ragione per la quale ha dovuto abbandonare la Sua divinità per vivere e morire come un semplice uomo (Filippesi 2:6-8).

Questo stesso Gesù aveva detto ai Giudei di essere Colui che si era presentato a Mosé nell'episodio del pruno ardente, sotto il nome "IO SONO" (Giovanni 8:56-58). L'informando che una delle due persone della famiglia divina era diventata un essere umano, soggetto alla morte, sottomesso a tutte le tentazioni. Questa idea era inaccettabile per coloro che attendevano il Messia, Ecco perché essi non sopportarono che Egli si dichiarasse Figlio di Dio (Giovanni 10:36).

Per il mondo cristiano moderno, è impensabile che degli esseri umani diventino dii. All'epoca di Cristo, il fatto che un Dio diventasse un uomo sorpassa va l'intendimento della gente. Oggigiorno, si trova la stessa incredulità all'idea che un uomo potesse diventare un Dio.

Gesù, il nostro Messia, è stato il solo essere umano generato dal Padre, l'Altissimo, nel seno di una donna. Dalla Sua resurrezione dai morti, Egli è stato dichiarato Figlio di Dio con potenza, secondo lo spirito di santità (Romani 1:4). Egli è da allora nato di nuovo.

Gesù spiegò a Nicodemo che per entrare nel Regno di Dio, L'uomo doveva nascere di nuovo. Non si tratta qui di una nascita fisica, ma di una nascita spirituale. Egli afferma: "Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Quel che è nato dalla carne, è carne. Bisogna che nasciate di nuovo; e quel che è nato dallo è Spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai ne dove viene ne dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito" (Giovanni 3:3, 6-8).

Si possono vedere gli effetti del vento sulle foglie o la polvere che essa solleva, ma dimora invisibile. E' lo stesso per gli uomini nati dallo Spirito, nati di nuovo. Perché? Perché alla resurrezione dai morti, diventerà un essere spirituale.

A meno di manifestarsi fisicamente, gli esseri spirituali sono invisibili. Secondo Paolo, gli angeli sono degli spiriti al servizio di Dio per esercitare un ministero in favore di coloro che devono ereditare la salvezza (Ebrei 1:14), però rimangano invisibili all'occhio umano.

L'ottavo capitolo dell'epistola ai Romani spiega bene ciò che significa divenire figli di Dio. Questo capitolo spiega che l'essere umano fisico, con lo spirito carnale, non può ubbidire perfettamente alla legge di Dio, ne piacere a Dio. Un sacrificio deve pagare l'ammenda dei peccati e lo spirito dell'uomo deve cambiare e orientarsi verso ciò che è spirituale.

Paolo scrive: "Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio... Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con Lui" (Romani 8:14, 16-18).

Ben' inteso, per il momento, il vero cristiano non è che un figlio generato da Dio. Nascerà di nuovo quando resusciterà nella famiglia divina. Allora sarà "Dio", e vivrà eternamente in questa famiglia dalla quale il nome è "Dio".

Non è perchè Dio aggiunge il Suo Spirito allo spirito di colui che accetta di pentirsi e di sottomettersi alla legge che Egli lo introduce nel Suo Regno. Il cristiano deve sviluppare il suo carattere, acquisire dell'esperienza e raggiungere una certa maturità. Deve tendere i suoi sforzi verso questa perfezione che caratterizza il suo Padre celeste (Matteo 5:48). E' solo allora che potrà nascere nel Regno, nella famiglia divina, al momento della resurrezione.

Quali che siano le nostre prove, le nostre difficoltà, non ci scoraggiamo, poiché una promessa è fatta a coloro che vogliono viverre di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Ecco ciò che Paolo scrive: "Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento. Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad essere conformi all'immagine del Suo Figliuolo, affinchè il Suo figlio sia il primogenito fra molti fratelli" (Romani 8:28-29).

Il destino del vero cristiano è di diventare un figlio di Dio, come Cristo stesso è Figlio di Dio. Egli deve nascere nella famiglia divina per una resurrezione. E deve diventare simile a Gesù, il primo nato fra molti fratelli.

Il mondo cristiano tradizionale non ammette che Cristo sia il primo nato fra i morti. Al momento della sua resurrezione, è stato il primo a nascere di nuovo fra molti fratelli, ritrovando la Sua divinità, lo statuto di Dio che è il destino previsto per l'uomo.

IL DESTINO DELL'UOMO
(Seconda parte)

L'essere umano che beneficia della potenza dello Spirito Santo che Dio dà a tutti coloro che gli ubbidiscono, potrà raggiungere Gesù, il Figlio il primo nato nella famiglia divina.

Questo fù dal principio, il grande piano di Dio che, per amore, vuole dividere la Sua vita eterna con quello che essa comporta come gioia e maestà.

Leggiamo cosa Paolo scrive al soggetto di Cristo: "anzi, qualcuno ha in certo luogo attestato dicendo: Che cos'è l'uomo che tu ti ricordi di lui o figliuol dell'uomo che ti curi di lui (Paolo cita il Salmo 8 versetti 5 e 6)? Tu l'hai fatto di poco inferiore agli Angeli; L'hai coronato di gloria e d'onore; tu gli hai posto ogni cosa sotto i piedi. Col sottoporgli tutte le cose, Egli non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto" (Ebrei 2:6-8).

Scrivendo questo versetto, Paolo spiega che la gloria resa al Figlio dell'uomo, al Cristo, alla Sua resurrezione, ritornerà pure per tutti coloro che si saranno qualificati per il Regno, per diventare membri della Famiglia divina.

La Bibbia ci dice che l'uomo è stato creato per un po' di tempo inferiore agli angeli. Tuttavia, Dio ha previsto di mettere tutte le cose, tutta la creazione, sotto il suo dominio Già, tutte le cose sono sottomesse a Gesù Cristo. Egli lo conferma ai Suoi discepoli dopo la Sua resurrezione: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra" (Matteo 28:18). In questo versetto, la parola "Potere" è tradotta dal greco "EXOUSIA" che ha il senso di autorità, di presa di controllo.

Dio ha creato l'umanità nello scopo ultimo di dividere il Suo Regno, il Suo dominio su tutte le cose con Lui. In effetti, Gesù non sarà il solo ad avere questa prerogativa. Paolo ci rivela le intenzioni divine a questo soggetto: "Perché quelli che Egli ha conosciuti, li ha pure predestinati ad essere conformi all'immagine del Suo Figliuolo, ond'Egli sia il primogenito fra molti fratelli" (Romani 8:29). Egli aggiunge: "E se siamo figliuoli, (figli generati) noi siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo" (Romani 8:17).

Ritorniamo a quello che Paolo scrive nella sua epistola agli Ebrei: "Ben vediamo però colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e d'onore a motivo della morte che ha patita, onde, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti. Infatti, per condurre molti figliuoli alla gloria, ben s'addiceva a Colui per cagione del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale sono tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze il principe della loro salvezza. Poiché è colui che santifica e quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per la quale ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli..." (Ebrei 2:9-12).

Quando Cristo era sulla terra, Egli predicava sovente il vero Evangelo che non è quello della Sua persona, ma il messaggio che Egli è venuto a portare, la buona notizia del regno di Dio. Egli rivela il Padre e non esita a confessare che Egli non poteva fare nulla da Sé stesso. Egli dipendeva dal Padre che Lo guidava, Lo aiutava, e Lo conduceva (Giovanni 5:19, 30). Le Sue dichiarazioni erano senza equivoci: "Il Padre è più grande di me" (Giovanni 14:28), facendo così notare che, come certi uomini hanno maggiori responsabilità, una più grande autorità di altri, è lo stesso per il Padre, l'Altissimo verso Suo Figlio.

Cristo, l'Eterno dell'Antico Testamento è il secondo in ciò che concerne queste responsabilità, Egli opera accettando l'autorità e la superiorità del Padre. Non esita a farcelo capire, facendoci notare che Egli vive in perfetta armonia con il Padre.

Questi due esseri, l'Altissimo e l'Eterno, hanno operato in perfetta armonia per la creazione di ciò che esiste, così per le cose visibili come le invisibili. Dopo questo, è la Parola, Cristo che ha parlato, che ha ordinato e le cose si sono fatte come erano state comandate (Ebrei 11:3). Più tardi, Egli edificò la Sua Chiesa, una sola Chiesa che insegna tutta la verità e non diverse chiese divise nel loro insegnamento. Poiché Egli ha promesso che sarebbe rimasto con la Sua Chiesa fino alla fine del mondo, noi possiamo avere la certezza che non la abbandonerà mai.

Egli divenne il nostro Salvatore, dopo una vita perfetta, avendo osservato le leggi e i comandamenti di Suo Padre secondo la lettera e secondo lo spirito, lasciandoci così un esempio da seguire. E' ancora Lui che ha tolto la separazione che esisteva tra Dio e gli uomini in seguito dei peccati di ognuno (Esodo 59:1-2).

Il Padre genera, Egli porta alla nuova nascita, tutti coloro che accettano di fare la Sua volontà e che perseverano in questa via fino alla fine della loro vita, dopo aver avuto la conoscenza della verità. Ognuno dei figli che Egli genera ha più valore ai Suoi occhi che tutta la creazione che ci circonda.

Sotto l'ispirazione divina, l'apostolo Giovanni scrive sull'argomento dei veri discepoli di Cristo: "Vedete di quale amore ci è stato largo il Padre, dandoci di essere chiamati figliuoli di Dio (capite che non si tratta semplicemente di un titolo)! E noi siamo (noi lo siamo veramente). Se il mondo non ci conosce, è perché non l'ha conosciuto (il mondo non conosce il vero cristiano, non riconosce il vero Salvatore, rifiuta di credere ciò che Lui afferma, facendoLo passare per un bugiardo). Diletti ora siamo figliuoli di Dio (ma dei figli che sono generati, ma non ancora nati nella famiglia divina, nel Regno) ma non è ancora reso manifesto quel che saremo (noi non siamo rivelati come tali, non è ancora dimostrato chiaramente agli occhi di tutti. Perché? Perché il tempo fissato non è ancora avvenuto); ma noi sappiamo che, quando sarà manifestato ( e questo avverrà alla seconda venuta di Cristo), noi saremo simili a Lui, perché noi lo vedremo come Egli è" (I Giovanni 3:1-2).

Per il momento nessuno può vedere Dio e sopravvivere. Però, quando il momento della resurrezione sarà venuto, noi lo vedremo in tutta la Sua gloria.

Nel capitolo della resurrezione, l'apostolo Paolo scrive: "E come abbiamo portato l'immagine del terreno, così porteremo anche l'immagine del celeste" (I Corinzi 15:49). Il terrestre, in questo passo, si riferisce ad Adamo in modo specifico e all'uomo si riferisce in generale, allora che il celeste ci rapporta a Cristo si riferisce in modo specifico alla famiglia divina in modo generale.

Durante questa vita noi portiamo l'immagine del terrestre, l'immagine dei nostri genitori, della nostra famiglia umana. Più tardi, se noi accettiamo di sottometterci a Dio fino al termine e in tutte le cose, noi porteremo l'immagine dei nostri genitori spirituali, saremo simili a loro.

Gesù mise in guardia la Sua Chiesa contro coloro che si dicono cristiani, ma che non ne fanno parte: "Ecco, io ti do di quelli della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentiscono (i Giudei osservano la legge, ma qui costoro che pretendono di fare la volontà di Dio non l'osservano, e li rigettano, affermando a torto che sono abolite e Gesù aggiunge); ecco, io li farò venire a prostrarsi dinanzi ai tuoi piedi, e conosceranno che io ti ho amato" (Apoc. 3:9).

Quando il vero cristiano sarà risuscitato nel Regno di Dio, quando sarà diventato un Dio, membro di questa famiglia molto potente, quelli che si troveranno sotto il governo di Dio, e che saranno ancora momentaneamente fisiche, verranno a prosternarsi ai piedi di coloro che, oggigiorno, sono i veri servitori umani dell'Iddio vivente.

A questo soggetto, la Bibbia specifica bene che l'uomo non deve prosternarsi davanti agli esseri umani, neanche davanti agli angeli, Questo gesto è riservato per le due persone della famiglia divina.

Nella Sua rivelazione, Gesù dichiara: "Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo" (Apoc. 21:7).

Nella sua epistola ai Romani, Paolo aggiunge: "Or voi non siete nella carne ma nello spirito, se pur lo Spirito di Dio abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, Egli non è in lui (Ricordatevi che Dio dona lo Spirito Santo che a coloro che Gli ubbidiscono, a coloro che vivono nell'osservanza delle leggi e dei comandamenti, questo in conformità di Atti 5:32). E se Cristo è in voi, ben è il corpo morto a cagione del peccato; ma lo spirito è vita a cagione della giustizia. E se lo Spirito di Colui che ha risuscitato dai morti abita in voi (colui che ha risuscitato Gesù è il Padre), Colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che abita in voi" (Romani 8:9-11).

Certe persone, non ammettono ciò che Dio rivela nella Sua Parola sul destino dell'uomo, e si appoggiano a ciò che è avvenuto nel giardino di Eden: "E il serpente disse alla donna: No non morrete affatto; ma Iddio sà che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come Dio avendo la conoscenza del bene e del male" (Genesi 3:5).

Essi affermano che, poiché Satana disse a Eva: "Voi sarete come dii" e poiché Satana è un bugiardo, questa affermazione è falsa. Ma questo ragionamento, logico a prima vista, e troppo semplicista. E' vero che Satana è un bugiardo, ma credere che tutte le sue affermazioni non sono che menzogne è una supposizione falsa e dannosa.

Satana afferma molte cose che sono esatte, i fatti che presenta sono sovente corretti, ma ciò che è diabolico in lui, sono le sue intenzioni, le sue motivazioni che lo spingono a mescolare qualche menzogna perniciosa alla verità. In questo versetto Satana dice anche: "Dio sa che il giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno..." Questa affermazione è esatta.

Adamo e Eva mangiarono del frutto proibito e gli occhi dell'uno e dell'altro s'aprirono, come Satana aveva predetto: "E la donna vide che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi, che era bello a vedere, e che l'albero era desiderabile per diventare intelligente; e ne dette anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò. Allora gli occhi di ambedue si aprirono..." (Genesi 3:6-7).

Non per nulla si chiama Satana "Il maligno". Se tutte le sue affermazioni erano false se raccontava solo menzogne, nessuno lo crederebbe, sarebbe sufficiente di prendere al rovescio di ciò che afferma per determinare la verità.

Ecco perché nel suo desiderio di distruggere un massimo degli esseri umani, egli afferma delle verità alla quale aggiunge una leggera perversione, un nulla di menzogne, appena sufficiente per ingannare colui che l'ascolta e mandarlo verso la morte eterna. Nelle sue affermazioni a Eva, Satana aveva aggiunto una piccola menzogna con conseguenze gigantesche: "Voi non morirete affatto" (Genesi 3:4).

Adamo ed Eva volevano divenire dei dii, ma prendendo la strada della falsità, la strada larga e spaziosa e non la strada stretta.


IL DESTINO DELL'UOMO
(Terza parte)

Il destino dell'uomo è di diventare un membro della famiglia divina, divenendo anche un dio, o di essere distrutti da questo grande fuoco che divorerà la superficie della terra, al momento quando i malvagi subiranno la seconda morte descritta nel secondo capitolo dell'Apocalisse.

Tutti coloro che faranno la loro parte, durante la loro epoca di salvezza, e che si qualificheranno saranno trasformati per divenire degli esseri spirituali, dei dii, tutto come Dio il Padre e Gesù Cristo.

Noi dobbiamo comprendere bene che non diventeremo Dio il Padre o Gesù Cristo. Questo pensiero è ridicolo. Nessuno prenderà mai il Loro posto, nessuno avrà mai la stessa potenza, la stessa autorità di Essi. Ma quando l'uomo sarà composto di spirito e non più di materia, avrà una vita identica alla Loro.

Ognuno sarà un individuo distinto, avendo la sua personalità, le sue caratteristiche, le sue attività. Egli assumerà delle responsabilità che gli saranno affidate, rimanendo dello stesso spirito con il Padre e il Figlio, in tutta armonia, divenendo uno come Essi lo sono (Giovanni 17:11, 21-22).

Allora , l'uomo sarà sempre un membro della famiglia divina, sotto l'autorità del Padre e del Figlio.

La Bibbia dichiara: "Nel principio Iddio creò..." (Gen. 1:1). Come ho già spiegato, la parola "Dio" è tradotta in ebraico "ELOHIM" che è lo stesso senso che famiglia, chiesa, assemblea. Questa parola potrebbe essere tradotta per "la famiglia divina". Essa sottinteso automaticamente parecchi individui, il termine "-IM" indica la pluralità.

Ecco perché, quando parla di essa, questa famiglia utilizza il plurale: "Facciamo l'uomo alla nostra immagine, e secondo la nostra somiglianza" (Gen. 1:26). Però, è interessante di notare che, la parola "ELOHIM" è utilizzata con il verbo in singolare. Per esempio, è ben scritto "Al principio Dio creò..." e non "crearono".

Perché? Poiché Dio è una parola singolare, Dio è "UNO, Dio è una famiglia! E' una famiglia che per il momento, è composta di due persone, ma che, più tardi, comprenderà un grande numero di individui che saranno dei figli e che porteranno il nome "Dio", che è quello della famiglia divina.

Paolo lo conferma: "Per questa cagione, dico, io piego le ginocchia dinanzi al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome" (Efesini 3:14-15). Si avranno numerosi membri della famiglia divina. E' così che nella genealogia ripresa nell'Evangelo di Luca, noi leggiamo che Adamo è figlio di Dio.

Per una frase molto esplicita, una affermazione notevole, la famiglia umana riassume lo scopo della vita umana, la ragione della creazione fisica. Leggiamo nella Bibbia il primo riferimento all'uomo: "Poi Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza... Dio ha creato l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina" (Genesi 1:26-27). Dio annuncia qui la Sua intenzione di riprodurSi secondo la Sua specie, è a dire secondo la Sua famiglia divina.

Dopo la creazione delle piante e degli animali secondo la loro specie, la famiglia divina creò l'uomo a Sua immagine e a Sua somiglianza, cioè, secondo la specie divina. Perché la frase "secondo la sua specie" non si applicherebbe all'uomo, allora che essa è data sistematicamente a tutte le altre forme di vita? La riposta a questa domanda è fondamentale. Lo scopo della vita umana non è che una riproduzione fisica, secondo la specie umana, ma una riproduzione spirituale secondo la specie divina.

Un agnello un uccello o un vitello sono destinati a diventare come la loro specie, ai loro genitori. Lo stesso, ogni essere umano è destinato a diventare simile a Dio, alla famiglia divina.

L'uomo vorrebbe conoscere la ragione della sua esistenza, ma Dio gli ha rivelato quattro parole in ebraico, che è tradotta in sei parole in italiano: "Facciamo (noi la famiglia divina), l'uomo alla nostra immagine (a l'immagine della famiglia divina), secondo la nostra somiglianza (dalla somiglianza famiglia divina)".

Ricordatevi la promessa che l'Eterno Iddio ha fatto ad Abramo che è questa: "E a te e alla tua progenie dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan in possesso perpetuo; e sarò loro Dio..." (Gen. 17:17:8). Questa promessa si intende a tutta la terra, come Paolo lo conferma: "Poiché la promessa d'essere erede del mondo non fu fatta ad Abramo o alla sua progenie in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede" (Rom. 4:13).

L'epistola agli Ebrei afferma che sono tutti morti nella fede, compreso Abramo, senza aver ottenuto le cose promesse (Ebrei 11:13 e 39). Dio è fedele nelle Sue promesse, possiamo avere dunque la certezza che Dio li risusciterà e donerà a loro ciò che ha promesso, il mondo, la terra intera.

Leggiamo ciò che l'Eterno Iddio afferma alla discendenza di Abramo, all'antico Israele: "Le terre non si venderanno per sempre; perché la terra è mia, e voi state da me come forestieri e avventizi" (Lev. 25:23).

Il paese appartiene a Dio, è Sua proprietà. La terra di Canaan, e anche il resto del nostro pianeta sono proprietà della famiglia divina che, sola, può possedere una terra in eterno. Di conseguenza, se Dio darà la terra intera in eterno ad Abramo e Dio terrà le sue promesse noi possiamo logicamente concludere che Abramo sarà un giorno membro della famiglia divina.

Ai Giudei che l'interrogarono sulla Sua identità, Gesù rispose così: "Io e il Padre siamo uno. I Giudei presero di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: Molte opere v'ho mostrate da parte del Padre mio; per quali di queste opere mi lapidate voi? I Giudei gli risposero: Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; è perché tu che sei uomo ti fai Dio. Gesù rispose loro: Non è egli scritto nella vostra legge: Io ho detto: Voi siete dei? Se chiama dei coloro ai quali la Parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), come mai dite voi a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, che bestemmia, perché ho detto: Sono figliuolo di Dio?" (Giovanni 10:30-36).

Gesù ha citato qui un versetto dell'Antico Testamento: "Io ho detto: Voi siete dei (secondo il testo originale: Voi siete Elohim) siete tutti figli dell'Altissimo. Nonostante morrete come gli altri uomini, e cadrete come qualunque altro dei principi" (Salmo 82:6-7).

Malgrado la limpidezza e la semplicità di questa dichiarazione, il mondo cristiano rigetta questo passo delle Scritture e fornisce delle spiegazioni che non corrispondono alle parole di Cristo, perché essi si rifiutano di ammettere che il destino dell'uomo è di entrare nella famiglia divina.

Leggiamo ciò che Cristo dichiara: "Voi siate dunque perfetti com'è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5:48). Nella Bibbia tradotta dal canonico Crampon, edizione 1923, questo versetto è tradotto come segue: "Voi dunque, voi sarete perfetti come vostro Padre celeste è perfetto."

Dio è perfetto, noi lo sappiamo e noi lo costatiamo dalla Sua creazione. Questo versetto insiste sulla necessità di raggiungere lo stesso livello della perfezione di Dio. Come e quando ciò sarà possibile? Alla resurrezione, quando l'uomo entrerà nella famiglia divina.

Gli uomini devono diventare delle creature spirituali divine, ma con un piano di esistenza inferiore a quello della famiglia divina, allora non potranno mai diventare perfetti, come il Padre celeste è perfetto. Se ciò dovrebbe essere il caso, ci sarebbe un errore nelle Scritture o una impossibilità di fare ciò che Dio domanda. Dio è amore ed Egli sà che l'uomo, che Egli ha creato alla Sua immagine e alla Sua somiglianza, sarà un giorno simile a Lui, dunque perfetto come Lui.

Cristo aggiunge: "Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli..." (Matteo 6:9). La relazione di paternità di Dio verso il Suo popolo chiamati "figli" è fondamentale nella Bibbia. Noi abbiamo inteso tante volte la parola "Padre Nostro" o ancora "Padre nei cieli" e questo è diventato familiare. L'uomo può rivolgersi al suo Padre che è nei cieli. Questa possibilità dovrebbe colpirci di stupore e affascinarci, se si vuole ben pensare, poiché così facendo, si rivolge a Colui che ha creato la terra, le stelle, le galassie, l'universo intero e può chiamarLo "Padre" con la convinzione che questo Padre misericordioso lo ascolta.

Un buon padre prova sempre di dare ai suoi figli una qualità di vita identica alla sua e, se l'Altissimo permette che l'uomo che Egli ha generato con il Suo Spirito Santo chiamandoLo Padre, è che Egli lo considera già come Suo figlio ed Egli deve augurarsi di dargli una qualità di vita identica alla Sua. Quando? Quando sarà divenuto membro della famiglia divina Non prima.

Gesù descrive i giusti che si troveranno nel Suo Regno: "Allora i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del Padre loro" (Matteo 13:43). L'apostolo Giovanni, lui, ci descrive Gesù nel modo seguente: "... E il suo volto etra come il sole quando splende nella sua forza" (Apoc. 1:16).

I giusti brilleranno come il sole quando saranno nel Regno, e saranno simili a Cristo. Come Cristo è simile a Dio, e lo stesso tutti coloro che entreranno nel Regno, nella famiglia divina, saranno simili a Dio!

Prima di terminare, leggiamo le parole che Gesù rivolse a Suo Padre prima del Suo arresto: "Ed. ora o Padre, glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse. E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; Affinché siano perfetti nell'unità, Affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li ami come hai amato me. Padre, io voglio che dove sono io, siano meco anche quelli che tu mi hai dati (la traduzione non è: non voglio che là dove sono io, ma ben: io voglio che là dove io sarò. E' ciò che indicano diverse versioni. Al momento quando Egli ha pronunciato queste parole, gli apostoli erano ancora attorno a Lui e Gesù sa che la Sua morte e molto vicina), affinché veggano la mia gloria che tu m'hai data; poiché tu m'hai amato avanti la fondazione del mondo" (Giovanni 17:5, 22-24).

Affinchè non ci siano equivoci e che questo messaggio sia molto chiaro e ben compreso, ricordiamoci che Dio il Padre, e Gesù nostro Capo e nostro Salvatore, resteranno i più grandi in potenza e in autorità. In quanto "figli della resurrezione", coloro che entreranno nella famiglia divina saranno allo stesso livello di esistenza del Padre e del Figlio, come i nostri figli e le nostre figlie sono allo stesso livello umano di noi. Dio il Padre e Gesù sono sempre esistiti e i futuri resuscitati divideranno con Loro questa meravigliosa esistenza divina che il nostro spirito carnale ha difficoltà a immaginare.

E' primordiale che noi comprendiamo che la continuità dell'eternità prosegue senza tregua e che, allorché sarà diventato membro della famiglia creatrice, l'uomo si unirà a Dio, sotto la Sua autorità per governare, creare e realizzare dei progetti grandiosi, durante i secoli futuri (Isaia 9:6).