UNA VITA CRISTIANA

Pensate voi che è sufficiente di vivere "onestamente", in conformità con la nostra coscienza, per essere "cristiani"?

Numerosi sono coloro che affermano che le buone opere, non hanno alcun rapporto con la salvezza e partono con il principio che credere in Cristo, L'accettare come Salvatore e "dare il suo cuore al Signore" è sufficiente per beneficiare della grazia divina e ottenere la vita eterna.

Se il solo fatto di credere in Cristo è sufficiente per essere salvati, perché l'apostolo Paolo ha scritto in Filippesi 2:12: "Compiete la vostra salvezza con timore e tremore"?

In effetti, perché Paolo ci raccomanderebbe di lavorare per la nostra salvezza, se questo non è necessario? Tanto che fare, Paolo avrebbe potuto dirci: "Vivete onestamente secondo la vostra coscienza e voi otterrete la salvezza." Ma egli non ha mai detto questo!

Se è sufficiente di credere in Dio, perché Giacomo ha scritto: "Tu credi che vi è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano" (Giacomo 2:19)?

Pensate voi che i demoni saranno salvati perché semplicemente credono? Voi sapete bene come me che la risposta alla domanda è negativa. Di conseguenza cosa bisogna fare per essere salvati?

La maggioranza di coloro che insegnano la religione cristiana, riconoscono che la fede in Cristo e il Suo sacrificio, sono una delle condizioni indispensabile per ottenere la salvezza.

Generalmente, coloro che credono di essere cristiani riconoscono che per loro è molto difficile di avere una fede vivente verso Dio e la Sua Parola e non sentono il bisogno di svilupparla in essi.

Ma la fede non è qualcosa che si sviluppa in sé, che si forgia in sé. La Bibbia ci rivela che la fede è un dono di Dio, è una delle qualità dei frutti dello Spirito (Galati 5:22).

Avere la fede, è essere convinti che la Parola di Dio rappresenta la verità e la ferma certezza che Dio è sempre fedele in tutte le Sue promesse.

L'apostolo Paolo ha scritto in Romani 10:17: "La fede viene dall'udire e l'udire si ha per mezzo della parola di Cristo".

La fede vivente, che deve essere ancorata in ogni cristiano, risulta dalla conoscenza della Parola di Dio, dalla Sua volontà e dalle Sue vie. Questa conoscenza si acquisisce con lo studio della Bibbia, cioè a dire con l'Antico e il Nuovo Testamento, l'uno non può essere dissociato dall'altro.

Paolo aggiunge ancora: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede del Figliuolo di Dio il quale mi ha amato, e ha dato sé stesso per me" (Galati 2:20).

La fede salvatrice è dunque un dono che Dio fà a coloro che accettano Gesù Cristo come Salvatore. Se la nostra accettazione è sincera, essa trascina automaticamente al pentimento dei nostri peccati, la conversione, un cambiamento del nostro modo di vivere, per non più vivere nel peccato che è la trasgressione della grande legge divina (I Giov. 3:4) e che mai è stata abolita da Cristo (Matteo 5:17-18).

E la grazia mi domanderete voi? Cosa fate voi della grazia?

Quello che concerne la grazia non è un soggetto da trattare alla leggera. Al contrario, la grazia è un soggetto che deve essere esaminato con la più grande attenzione. Però, poca gente sa quello che è esattamente e questo è un peccato, poiché è un soggetto della più grande importanza.

La grazia è un atto di benevolenza emanata da Dio. E' un perdono non meritato. La parola "grazia" definisce la bontà o il favore che Dio conferisce a una persona che non merita del tutto questo perdono, che non ha meritato questa grazia.

Quando un criminale è arrestato per avere trasgredito la legge degli uomini, egli è accusato di crimini commessi, in seguito egli è giudicato e condannato.

Tuttavia, una autorità possiede il diritto di annullare la pena del condannato essa può accordare una "grazia" e il condannato è allora graziato, ciò significa che il suo crimine sarà considerato come essendo espiato. Egli sarà libero.

E' lo stesso, quando Dio perdona i peccati di qualcuno, Egli cancella le trasgressioni commesse (I Giov. 3:4 e Atti 3:19). L'interessato riceve anche il perdono e si trova sotto la "grazia".

Ma il fatto di essere graziato, di avere ricevuto questo favore, non accorda per nulla a chiunque il diritto di continuare a vivere in trasgressione ancora e sempre con le leggi divine e a seguire la via del peccato. Sicuramente no!

Un uomo, si avvicinò a Gesù, Gli domandò che cosa doveva fare per ottenere la vita eterna, cioè la salvezza. Quale fu la risposta di Gesù? "Se tu vuoi entrare nella vita (nella vita eterna) osserva i comandamenti" (Matteo 19:16-17).

Adesso, io vorrei darvi materia di riflessione. Se voi pensate di essere sotto la "grazia" , avete voi veramente cessato di trasgredire i dieci comandamenti che sono la base stessa di tutte le leggi divine?

- Avete voi ancora dei falsi dei davanti alla faccia dell'Eterno? Avete a casa vostra delle rappresentazioni, delle immagini o delle statue alle quali voi rivolgete le vostre preghiere?

- Utilizzate voi il nome di Dio invano nel vostro modo di esprimervi?

- Osservate voi bene il vero giorno di riposo stabilito da Dio e questo durante il vero settimo giorno della settimana?

- Avete voi un profondo rispetto per i vostri genitori?

- Vi mettete voi in collera contro il vostro prossimo?

- Praticate voi il furto?

- L'adulterio?

- La menzogna?

- La concupiscenza?

Vi lascio la cura di riflettere.

Leggete dunque i dieci comandamenti nel 20° capitolo di Esodo. In seguito, meditateli nel contesto del sermone sulla montagna nel quale Gesù ci spiega chiaramente quello che è lo spirito della legge (Matteo 5). Questo ne vale veramente la pena, soprattutto se voi pensate di essere cristiano.

E' allora che voi comprenderete meglio, quello che Paolo insegna nella sua epistola ai Romani scrivendo: "Poiché non sono quelli che ascoltano la legge che sono giusti dinanzi a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati" (Rom. 2:13).

Ed egli aggiunge: "Che diremo dunque? Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi? Così non sia" (Romani 6:1).

Perché Paolo tratta questo soggetto? Poiché, già alla sua epoca, molte persone pensavano di essere liberate dalla maledizione della legge, dell'ammenda della morte richiesta per la trasgressione della legge. Essi dicevano di essere sotto la grazia, ma essi continuavano a vivere trasgredendo i comandamenti.

Oggigiorno la situazione non è diversa. Non ci si impensierisce più della legge. Si considera che essa non è più in vigore.

Ma avete già pensato che se essa non era più in vigore, non ci sarebbe più il peccato? E' chiaro come l'acqua che cola dalla sorgente è soprattutto biblico. Non è scritto in Romani 4:15: "Dove non c'è legge non c'è neppure trasgressione"? Ma poiché il peccato esiste sempre nel mondo, è perché la legge è sempre là ed essa deve essere osservata.

E dicendo che noi non siamo più sotto la legge, Paolo non dichiara che la legge è abolita. Egli ci conferma semplicemente che noi non siamo più sotto l'ammenda della legge, che noi non siamo più sotto questo salario dove eravamo debitori in seguito ai nostri peccati.

In Romani 6:23, egli spiega ciò che noi dovremmo versare, pagare, saldare obbligatoriamente in contropartita dei nostri peccati, è la morte eterna.

In seguito ai nostri peccati, noi meritiamo semplicemente la morte. E' quello che la Bibbia chiama "il salario del peccato". Il salario essendo sparito questa ammenda è stata cancellata, soppressa se e dico bene "SE", se noi siamo veramente pentiti e se noi siamo veramente convertiti, sapendo che Cristo è morto per noi e che noi siamo giustificati dal Suo sangue (Romani 5:8-11).

Questa grazia non meritata ci permette di continuare a vivere nella trasgressione della legge, nel peccato, di essere recidivo senza tregua? Certamente no!

La legge non è abolita, essa è eterna (Salmo 119:151-152 e 160). Di conseguenza, sappiate che il perdono dei peccati non autorizza nessuno a continuare a vivere nelle stesse colpe? Se noi non siamo più sotto condanna, noi non abbiamo ricevuto pertanto la libertà o il diritto di trasgredire la legge.

Se un criminale che è stato graziato trasgredisce di nuovo la legge, egli sarà di nuovo arrestato e condannato. Cosa c'è di più normale?

Lo stesso, la grazia è un favore, un dono che non cancella il dovere del cristiano di rimanere fedele a Dio, alla Sua Parola, ai Suoi comandamenti e alle Sue leggi.

E' dunque erroneo di credere che è sufficiente di vivere onestamente, in conformità con la nostra coscienza o secondo le norme che noi troviamo nel mondo, o meglio ancora secondo i principi che ci sono stati insegnati in certe chiese, che trascurano di prendere in considerazione i versetti che noi veniamo da esaminare quest'oggi. La Bibbia deve guidarci e non la gente.

Non dimentichiamo quello che Dio ha detto: "Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice l'Eterno" (Isaia 55:8). Meditate dunque questo!