L'INFERNO

Nella mia prima gioventù, ho avuto l'occasione di ascoltare dei predicatori parlare dell'inferno. La loro descrizione era tale, che davano l'impressione di averci soggiornato e, molti di coloro che li ascoltavano, tremavano all'idea di vivere nei tormenti per sempre.
La dottrina dell'inferno, tale e quale esiste nel mondo cristiano, ha provocato delle grandi angosce presso coloro che vedevano avvicinarsi la morte e questo timore era condiviso dai loro vicini.
L'apostolo Paolo spiega quello che aspetta al peccatore, se non si pente sinceramente dei suoi peccati, se non si converte per adottare un modo di vita, nell'obbedienza a Dio e nell'osservanza delle sue leggi.
Egli scrive: "Poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:23).
Ecco una frase semplice che non necessita alcuna spiegazione. Il salario o l'ammenda a pagare per il peccato, è la morte. La vita eterna è un dono di Dio.
La vita eterna non è dunque qualche cosa che noi possediamo già in noi. Essa deve fare l'oggetto di un dono dalla parte di Dio. L'uomo non ha un'anima, come noi abbiamo già avuto l'occasione di vedere, l'uomo come l'animale è un'anima vivente per il tempo che vive, ma diventa un'anima morta alla sua morte. L'anima della vita è il sangue (Levitico 17:11 e 14).
La morte non è altro che la fine della vita. E' la cessazione di tutta la coscienza, di tutti i pensieri, è uno stato di oblio totale.
Nessuna parte dell'uomo sale verso Dio per vivere presso di Lui e gioire delle delizie celesti, né scende in un inferno immaginario, per subire dei gravi e immortali tormenti.
Invece di tremare davanti a falsi insegnamenti, crediamo a ciò che Cristo afferma: "E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può fare perire l'anima e il corpo nella geenna" (Matteo 10:28).
Qui è ben questione di distruzione e non di bruciare nelle fiamme per il resto dell'eternità. Dio aveva avvertito Adamo ed Eva che la loro disubbidienza generava la morte. La loro vita cesserebbe, e sarebbe distrutta. L'Eterno ha detto a Adamo: "Perché sei polvere, e in polvere ritornerai" (Genesi 3:19). Neanche qui è questione di gettarli nello stagno di fuoco affichè essi brucino per sempre.
Parlando dei peccatori, Davide ha scritto: "Ma gli empi periranno; e i nemici dell'Eterno come grasso d'agnelli saranno consumati e andranno in fumo" (Salmo 37:20).
Il profeta Malachia aggiunge: "Ecco il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti i superbi e chiunque opera empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li divamperà, dice l'Eterno degli eserciti, e non lascerà ne radice ne ramo (...). E calpesterete gli empi, perché saranno come cenere sotto la pianta dei vostri piedi, nel giorno che io preparo (...)" (Malachia 4:1 e 3).
E' giustamente perché i malvagi saranno consumati in una maniera totale e definitiva, che Gesù ha affermato: "Temete piuttosto colui (Dio) che può far perire l'anima (la vita) e il corpo nella geenna."
Qui, Gesù dice chiaramente che l'anima, la vita, può essere distrutta che essa lo sarà dentro questa geenna che, come noi vedremo, è un luogo di distruzione.
L'inferno! Questa parola è una traduzione di tre parole distinte, avendo ognuna dei significati differenti. C'è prima di tuto, nell'Antico Testamento, la parola ebraica "shéol", tradotta dal greco "hadés" nel Nuovo Testamento. Si tratta della tomba.
Noi abbiamo in seguito la parola "tartaros" che è menzionata una sola volta nella Bibbia. "Tartaros" non si rapporta agli uomini, ma agli angeli decaduti. Essa si trova in II Pietro 2:4. E si riferisce agli abissi delle tenebre, all'universo tenebroso.
Infine c'è la parola greca "geenna", tratta dal nome della valle di Hinnom, vallata stretta e profonda a sud di Gerusalemme, che serviva come scarico municipale per la città. Vi si gettava ogni sorta di immondizie, come tutto quello che sporcava, contaminava la città.
Il Dizionario Biblico Unger's, edizione 1981, pagina 394 scrive:
"Questo luogo divenne la rappresentazione, l'immagine di un luogo di punizione perpetua, particolarmente a causa del fuoco che vi bruciava, che covava continuamente e che era alimentato da tutto quello che vi si gettava. Di qui l'espressione di Cristo che si riferisce a un fuoco che non si estingue mai".
Il Commentario Biblico per lo studio personale delle Sacre Scritture, edizione francese 1985, pagina 670 aggiunge:
"Matteo 9:48 Ver... fuoco: Questi sono i termini di Isaia 66:24. Luogo di castigo riservato a coloro che si sono rivoltati contro l'Eterno e paragonato a uno scarico dove si bruciano le immondizie a Gerusalemme nella valle di Hinnom (Geenna)."
Noi possiamo adesso capire meglio quello che Cristo dichiara: "E se l'occhio tuo ti fa intoppare, cavalo; meglio è per te di entrare con un occhio solo nel regno di Dio che avere due occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme loro non muore ed il fuoco non si spegne" (Marco 9:47-49).
Gesù ci insegna che noi dobbiamo eliminare o sbarazzarci di quello che può darci occasione di caduta o quella degli altri. Che sia un lavoro, un'abitudine, un oggetto che ci sia prezioso quanto un occhio. Noi dobbiamo sapercene separare piuttosto che di disubbidire a Dio o di essere uno scandalo per gli altri. Parlando di "il loro verme e il fuoco che non si estingue mai", Gesù si riferisce ancora una volta alla valle di Hinnom dove si gettavano le immondizie, dei cadaveri di animali e quelli di odiosi criminali.
Succedeva che un cadavere rimaneva agganciato a un ostacolo o alla parete, invece di cadere direttamente nel fuoco dove tutto finiva per consumarsi. In questo caso, il cadavere era in parte divorato da una moltitudine di vermi o da larve, prima di ribaltare nel fondo. Questi vermi si sviluppano dalle uova deposte dalle mosche, vivendo in stato di larva e metamorfosandosi. Esse diventano delle mosche dopo di che muoiono. Questi vermi non muoiono, poiché si trasformano in mosche prima di morire.
Ecco a quello che Gesù fa allusione in questo passaggio. Non ha mai insegnato l'immortalità dei vermi.
Il fuoco che non si spegne mai, è un fuoco alimentato. Brucia tanto che c'è qualcosa da bruciare.
E' quello che noi scopriamo nel libro di Geremia dove l'Eterno dichiara ai Giudei che salvo che si pentano, Gerusalemme sarà bruciata e che il fuoco non si estinguerebbe più: "Io accenderò un fuoco alle porte della città, ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non s'estinguerà" (Geremia 17:27).
Questo si è realizzato un po' più tardi all'epoca di Nabuzaradan: "E arse la casa dell'Eterno e la casa del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme, e arse tutte le case ragguardevoli" (Geremia 52:13).
Questo fuoco non si è spento fino a che c'era qualcosa da bruciare. Questo fuoco si è spento in seguito, per mancanza di essere alimentato, mancanza di combustibile, Oggigiorno, non brucia più!
Parlando delle città di Sodoma e Gomorra, Giuda scrive: "Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizi contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena di un fuoco eterno" (Giuda 7).
Questo fuoco eterno è un fuoco proveniente da una sorgente eterna, che appartiene a Dio e questo fuoco brucerà fino al momento dove, come è il caso di tutti i fuochi, che non sono spenti fino che c'è del combustibile. Noi sappiamo tutti, che le città di Sodoma e Gomorra non bruciano più da molto tempo.
La geenna era un luogo di distruzione, di morte. Non è un luogo di tortura eterna. Parlando della geenna, la parola tradotta in italiano è Simbolo dell'Inferno (Dizionario Garzanti, pagina 739), Cristo si rivolge ai Giudei che sapevano quello che era.
La distruzione dal fuoco era totale e non lasciava che cenere. La parola "geenna" appare
dodici volte nella Bibbia.

Ogni volta il significato è una distruzione completa e non una tortura perpetua.

Ricordatevi che il salario del peccato è la morte, è la cessazione della vita e non la vita eterna sotto la tortura, mentre che la vita eterna che l'uomo non possiede ancora in lui, è un dono di Dio.

Questa dottrina del fuoco eterno dell'inferno, che è sovente utilizzato per spaventare la gente, è in effetti un imbroglio. Satana, il padre della menzogna, ne è l'autore.

Come Malachia e Davide hanno scritto, ci sarà ben un fuoco che ridurrà i malvagi in cenere e in fumo. Questa morte definitiva dal fuoco, è confermata dall'apostolo Paolo: "Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati; rimangono una terribile attesa del giudizio e l'ardore d'un fuoco che divorerà gli avversari" (Ebrei 10:26-27).

Questo è un avvertimento serio per coloro che hanno ricevuto la conoscenza della verità divina, ma che perseverano nella vita di peccato. E' una messa in guardia, che non spinge l'umanità a vivere nel timore e il terrore delle torture perpetue.

Pensate voi che sarebbe il disegno di un Dio che è tutto saggezza, tutto misericordia e tutto amore?

Parlando di Cristo, Pietro ha dichiarato: "E in nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo ALCUN altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4:12).

Dopo che Cristo è venuto a morire per tutti gli uomini, ci sono dei milioni di esseri umani che non hanno mai sentito parlare del loro Salvatore. Esiste un altro mezzo per il quale possono essere salvati? A questa domanda la Bibbia risponde categoricamente NO!

Questa gente sono morti senza avere mai avuto la minima conoscenza della salvezza cristiana, senza avere mai sentito il SOLO nome di Colui per la quale potevano essere salvati. Sono essi perduti per tanto? Sono essi in questo fuoco infernale al quale molti credono?

No, Dio è misericordioso e questa gente avrà la loro possibilità come questo vi è già stato spiegato.

IL MALVAGIO RICCO E LAZZARO

Se come molti lo credono, l'inferno è un luogo dove il malvagio brucerà per tutta l'eternità, subendo delle atroci torture, attorniato da demoni che lo tormentano senza smettere, quale sarebbe la vostra reazione se uno dei vostri figli vi si trovasse un giorno?

Il paradiso celeste promesso da certe religioni di questo mondo sarebbe realmente un paradiso per voi? La vostra agonia mentale non sarebbe uguale all'agonia di vostro figlio?

Questa idea dell'inferno che è di origine pagana è basata anche sulla parabola, mal compresa, del malvagio ricco e Lazzaro.

Leggiamo questo racconto: "Or vi era un uomo ricco, il quale vestiva di porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e vi era un pover'uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dal tavolo del ricco; anzi perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo; morì anche il ricco e fu seppellito" (Luca 16:19-20).

Il ricco e il povero morirono, ecco quello che indica la prima parte di questo racconto. Esso non indica che Lazzaro andò direttamente in cielo. No, egli è portato nel seno di Abramo. Cosa significa questa espressione?

In mezzo ai Galati, vi erano anche dei Giudei che consideravano Abramo come loro padre, ma rivolgendosi ai Galati, a questa gente che proveniva dalla Gallia e che erano di origine pagana, l'apostolo Paolo dichiara: "E se siete di Cristo, siete dunque progenie d'Abramo; eredi, secondo la promessa" (Galati 3:29).

Paolo vuole spiegare a loro chiaramente e semplicemente che, se essi appartengono a Cristo, essi sono la progenie, la discendenza, i figli di Abramo ed essi sono automaticamente eredi della promessa fatta a questo patriarca.

Ecco cosa significa "essere portati nel seno di Abramo". Quando gli angeli porteranno Lazzaro nel seno di Abramo? Alla seconda venuta di Cristo. Esaminiamo questo assieme.

La promessa fatta ad Abramo non è per il cielo. Abramo e i suoi discendenti hanno ricevuto il paese di Canaan in possessione perpetua. Infatti Abramo ha ricevuto il mondo intero in eredità, come Paolo scrive: "Poiché la promessa di essere eredi del mondo non fu fatta ad Abramo o alla sua progenie in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede" (Romani 4:13). E' quello che Giovanni conferma indicato che i santi regneranno sulla terra (Apoc. 5:9-10).

Questa promessa include l'eredità eterna (Ebrei 9:15). Di conseguenza, essa si riferisce anche alla vita eterna su questa terra.

Però, Paolo scrive più di 30 anni dopo la morte di Cristo e della Sua resurrezione: "E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello che era stato promesso" (Ebrei 11:39).

Abramo è erede di Dio (Galati 3:16 e 29). Coloro che diventano la progenie di Abramo per Gesù Cristo saranno anche essi gli eredi, secondo la promessa fatta ad Abramo.

Abramo non ha ancora ereditato la promessa che gli è stata fatta, di conseguenza, tutti coloro che sono la sua progenie, la sua discendenza, i suoi figli, non l'anno ancora ricevuta, poiché un figlio non può ereditare ciò che il padre non possiede ancora.

E' per questo che Lazzaro non ha ancora ottenuto l'eredità. Quando la riceverà? Nello stesso momento di Abramo, quando Cristo ritornerà a regnare su questa terra.

Paolo scrive: "Che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore" (I Tess. 4:15-18).

Noi vediamo in questo passaggio delle Scritture, che nessuno è già con il Signore e nè Abramo, e neanche Lazzaro, hanno ereditato la promessa.

Gesù aggiunge: "Or quando il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli (questo avverrà solo al suo ritorno), allora sederà sul trono della gloria. E tutte le genti saranno radunate attorno a lui. Ed Egli (solo allora e non prima) separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo" (Matteo 25:31-34).

Sarà dunque al momento della resurrezione, che Abramo prenderà possessione delle promesse che includono la vita eterna e che Lazzaro sarà portato dagli angeli nel seno di Abramo. Non vi è nulla di strano in questo. In effetti, noi possiamo leggere che: "L'Eterno porterà il suo popolo nel suo seno" (Isaia 40:11) e Giovanni ha scritto che Gesù Cristo, il Figlio unico è nel seno del Padre (Giovanni 1:18).

Gesù dichiara: "Quanto poi alla resurrezione dei morti, non avete voi letto quel che vi fu insegnato da Dio. Quando disse: Io sono l'Iddio di Abramo e l'Iddio di Isacco e l'Iddio di Giacobbe? Egli non è l'Iddio dei morti ma dei viventi" (Matteo 22:31-32).

Gesù non ha detto che Abramo viveva quando ha pronunciato queste parole. Però, le promesse di Dio sono talmente certe, talmente formali, che si può già considerarle come già compiute. Abramo è morto ed egli lo è sempre. E' lo stesso per Lazzaro.

E' possibile che voi pensiate alla trasfigurazione. Ma ho già spiegato, che questa trasfigurazione è una visione di Cristo quando sarà nel Suo regno. Niente altro! Questa visione è un avvenimento che deve ancora avvenire. E' lo stesso per la visione che Giovanni cita nell'Apocalisse.

Cosa è avvenuto al malvagio ricco? Proseguiamo la lettura del racconto: "Morì anche il ricco e fu seppellito nel soggiorno dei morti e levati gli occhi (...)" (Luca 16:22-23).

Non è detto che fu immediatamente gettato nell'inferno. No! Egli fu seppellito, e si trovò nel soggiorno dei morti che è la tomba e là, i suoi occhi che si erano chiusi al momento della morte, si aprono di nuovo.

Se il soggiorno dei morti è l'inferno, allora Cristo ci avrebbe soggiornato durante tre giorni e tre notti, poiché al giorno della Pentecoste, Pietro annunciò: "(Davide) Antivedendola, parlò della resurrezione di Cristo, dicendo che non sarebbe stato lasciato nel Ades e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione" (Atti 2:31).

Comprendiamo dunque che Gesù morì, che fu seppellito e deposto nel soggiorno dei morti che è la tomba. Là anche Lui alzò gli occhi al momento della Sua resurrezione.

Il soggiorno dei morti tanto per Cristo quanto per Lazzaro, è tradotto dal greco "hades", che significa una tomba, un sepolcro il luogo dove si seppellisce.

Nel racconto del ricco malvagio e Lazzaro, non si indica quando il ricco alza gli occhi. Però altri passaggi biblici indicano: "E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l'obbrobrio, per una eterna infamia" (Daniele 12:2).

Gesù ha aggiunto: "Perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nei sepolcri (non è questione qui d'inferno o di paradiso in cielo), udiranno la sua voce e ne verranno fuori: quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita (si tratta della vita eterna come lo indica il libro di Daniele); e quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudicio" (Giovanni 5:28-29).

Il piano divino ha previsto tre resurrezioni. In questi due passaggi biblici tratti dal libro di Daniele e dall'Evangelo di Giovanni, è questione della resurrezione dei morti in Cristo, che avrà luogo al Suo ritorno e più tardi verrà l'ultima, quella degli ingiusti per la distruzione totale e definitiva.

I morti non sanno nulla, sono senza alcun pensiero (Ecclesiaste 9:5 e 10). Il ricco non ha alcuna coscienza del tempo che è trascorso dopo la sua morte e si trova in mezzo alle fiamme. Egli è davanti al castigo eterno e non davanti a un supplizio eterno. E' terrificato!

La sua gola è dissecata. La sua lingua si incolla al palato. Egli è nell'angoscia. Egli grida: "Padre Abramo abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua" (Luca 16:24). Perché qualche goccia? Per spegnere le fiamme dell'inferno? No! Voleva rinfrescarsi la lingua.

Subitamente si vede mortale, tale che era prima della sua morte, allora che Lazzaro è divenuto immortale. Vede lo stagno di fuoco. Egli comincia infine a capire che egli vi sarà gettato, bruciato e distrutto.

Rileggete tutto questo racconto che figura nel 16° capitolo di Luca.

I malvagi che rifiuteranno di pentirsi, saranno gettati nello stagno di fuoco che non lascerà loro né radice, né ramo. Essi andranno in fumo (Salmo 37:20). Essi saranno come la cenere sotto la pianta dei piedi (Malachia 4:1-3).

Esiste un grande abisso tra il peccatore condannato e il santo glorificato nel Regno di Dio, è l'immortalità. Gli esseri immortali non morranno mai, poiché la morte non ha più potere su loro (Apoc. 20:6).

Come voi sapete, il fuoco brucia solo quello che è fisico. Questo fuoco di cui ne è questione in Malachia 4 e Luca 16, si spegnerà automaticamente, quando non vi sarà più nulla da consumare e si spegnerà da solo.

Il ricco fu cosciente della gravità della situazione. Abramo lui aveva precisato che era impossibile di passare dall'altra parte dell "abisso", separando il giusto dall'ingiusto. Egli sapeva adesso che Lazzaro era risuscitato ottenendo la vita proveniente da una sorgente eterna.

Gesù ha narrato l'esperienza del ricco malvagio e Lazzaro, alfine di svelare la verità sulla resurrezione. Egli non ha mai insegnato "il cielo" o " l'inferno" come destinazione dopo la morte. Ecco il vero significato di questo racconto.

Se voi rifiutate di ascoltare Mosè e i profeti, allora che Abramo lo consiglia ai fratelli del ricco malvagio voi non avrete speranza di salvezza.

Non dimenticate che l'Antico e il Nuovo Testamento non si possono dividere poiché essi si completano e possono rendervi saggi alla salvezza (II Timoteo 3:15).

TORMENTATI PER SEMPRE?

Secondo la credenza popolare, il messaggio divino destinato all'umanità rivela che colui che si rifiuta di dare il suo cuore al Signore, sarà castigato nelle fiamme dell'inferno che lo farà soffrire eternamente.

Si pretende che questo inferno sia un luogo dove Dio si vendica dei peccatori. Ogni individuo dovrebbe scegliere durante la sua esistenza tra il paradiso e l'inferno. Per il timore che esse generano, la dottrina dell'inferno è destinata a incitare gli uomini ad accettare Cristo.

Dio non agisce in questo modo. Dal principio, Egli ha lasciato all'uomo il suo libero arbitrio. Nella Sua Parola, Dio ci rivela con l'intermediario dell'apostolo Paolo, le eventuali conseguenze della nostra scelta: "Poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:23).

Il risultato è senza equivoci. Noi avremo sia la morte eterna, una morte definitiva, come lo confermano altri passi biblici, o allora noi avremo la vita eterna.

Noi abbiamo già visto nelle Sacre Scritture, quello che veramente è l'inferno di cui si parla, senza conoscerlo realmente, a causa di non aver fatto uno studio approfondito del soggetto.

Un altro passaggio biblico, pertanto così sovente citato, prova che l'uomo ribelle non è destinato a soffrire eternamente nelle fiamme dell'inferno. Gesù ha dichiarato: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non PERISCA, ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16).

Questa dichiarazione è pertanto limpida. Colui che crede in Cristo avrà la vita eterna, mentre colui che non crede, morrà per sempre. Non c'è cosa più semplice di questa!

Noi abbiamo già avuto l'occasione di esaminare le differenti definizioni della parola "inferno" e noi abbiamo ugualmente esaminato la parabola del "ricco malvagio e Lazzaro".

Proseguiamo lo studio di questo vasto soggetto, esaminando qualche passaggio troppo sovente uscito dal loro contesto, per tentare di recare delle pretese prove dell'esistenza di un inferno dove bruciano i dannati.

Possono esistere delle contraddizioni fra certi passaggi biblici, ciò ne annienterebbe la loro credibilità? Assolutamente no! Quello che Cristo conferma dicendo: "E la Scrittura non può essere annullata" (Giovanni 10:35).

Per molte persone, Apocalisse 20:10 è una sorgente di confusione e d'incomprensione, poiché la sua traduzione è goffa. Giovanni scrive: "E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli". Come noi vedremo, coloro che saranno tormentati nei secoli dei secoli, sono il diavolo e i suoi demoni e non gli uomini.

Nella sua traduzione dei testi santi, M. Louis Segond aggiunge il verbo "sono", che non esiste nel greco originale. Questa aggiunta, ritrovata ugualmente nelle altre traduzioni, svia il lettore, lasciandolo supporre che la bestia e il falso profeta si trovano ancora nello stagno di fuoco, al momento dove il diavolo e i suoi demoni sono gettati.

La cronologia dell'Apocalisse, ci rivela che è al principio del regno divino su questa terra, che questi due personaggi vi saranno precipitati (Apoc. 19:20).

Quando Cristo ritornerà quaggiù come e, Egli distruggerà non tutti i malvagi, ma la bestia e il falso profeta, che saranno allora gettati vivi nello stagno ardente di zolfo e fuoco.

Lo stagno di fuoco esisteva già all'epoca di Gesù e dei Suoi discepoli. Esso si situava nella valle di Hinnom. E' là che si gettavano le immondizie e i criminali. Il profeta Isaia ha confermato che questo fuoco brucerà di nuovo durante tutta la durata del millennio (Isaia 66:23-24).

Durante il regno di Cristo e dei Suoi santi, la vallata consumerà di nuovo, coloro che si mostreranno incorreggibili e che continueranno a ribellarsi contro le leggi divine. Questa gente sarà precipitata in questo stagno di fuoco per servire di testimonianza.

La Bibbia conferma che i malvagi andranno in fumo (Salmo 37:20) e che diventeranno come della cenere (Malachia 4:1-3).

Ecco dunque la sorte che aspetta la bestia e il falso profeta. Saranno bruciati, scompariranno in fumo e diventeranno come della cenere. E' la ragione per la quale, Apocalisse 20:10 sarebbe meglio tradurlo per: "Dove FURONO la bestia e il falso profeta."

E parlando della gente che avranno rifiutato di pentirsi, Gesù ha dichiarato: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli" (Matteo 25:46).

In questo passaggio, la parola "eterno" è tradotta dal greco "aonian", venendo dalla radice "aion" che significa "età". Questo fuoco eterno avrebbe dovuto essere tradotto per: "il fuoco che dura durante delle età". Questo fuoco durerà durante tutta un'epoca.

Al soggetto di coloro che non si pentono degli irriducibili, Gesù prosegue: "E questi se ne andranno a punizione ETERNA, ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46).

Questi avvenimenti avranno luogo dopo le prime due resurrezioni. Questa gente riceverà il salario, l'ammenda che si avranno attirato. Paolo ci conferma che questo salario, questa ammenda è la morte eterna. Essi dunque periranno, saranno annientati per sempre, mentre i giusti, essi, riceveranno la vita eterna.

Questo fuoco consumerà i non pentiti. Ecco il messaggio della parabola del ricco malvagio e Lazzaro. Questi ribelli, questi malvagi saranno castigati con la seconda morte. Questa punizione sarà definitiva, ma non sarà una tortura eterna. Noi possiamo documentarvi su questo soggetto, se lo desiderate.

Satana è un essere spirituale. Noi sappiamo che gli esseri spirituali non possono essere colpiti dal fuoco, poiché non sono composti di materia.

Ben'inteso, tutto è possibile all'Iddio Onnipotente, compreso il creare un fuoco che potrebbe consumare gli spiriti, ma non è questione qui di quello che Dio può fare, ma ben di quello che Egli vuole fare.

I demoni conoscono la potenza di Dio e riconoscono la Sua autorità, benchè abbiano scelto di non sottomettersi. Essi sanno quello che li aspetta, ecco perché tremano e sono nei tormenti.

Giacomo scrive: "Tu credi che vi è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano" (Giacomo 2:19).

Dio ha già allontanato Satana e i suoi demoni da Lui. Satana ha ancora accesso al trono divino come lo conferma il primo capitolo del libro di Giobbe, ma di una maniera totalmente differente di quello che esisteva prima.

La Bibbia ci rivela che quando la Nuova Gerusalemme scenderà dal cielo, Satana non ne avrà più accesso. Satana e i suoi demoni non saranno comunque distrutti poiché: "e saranno tormentati, giorno e notte nei secoli dei secoli" (Apoc. 20:10).

In questo passo biblico, il pronome "il" si riferisce a Satana, ma anche ai suoi demoni. In effetti, i tre primi versetti di questo capitolo mostrano che Satana sarà gettato nell'abisso e legato fino a che questi mille anni saranno compiuti.

Alla fine di questo periodo, sarà liberato e tenterà di sedurre ancora le nazioni (Apoc. 20:7-8). Ben'inteso, egli intraprenderà questa seduzione con l'aiuto dei suoi demoni. Come Cristo ci informa che: "Il fuoco eterno è preparato per il diavolo e i suoi angeli", degli angeli divenuti demoni, in seguito alla loro ribellione (Matteo 25:41), sono loro che saranno tormentati nei secoli dei secoli, cioè a dire, per dei tempi che dureranno per sempre.

Gli angeli non possono morire. Gesù lo conferma in Luca 20:34-36. Perché? Poiché sono degli esseri spirituali, tutto come i demoni.

Paolo scrive: "Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch'egli vi ha similmente partecipato, affinché, mediante la morte, distruggesse colui che aveva l'imperio sulla morte cioè il diavolo" (Ebrei 2:14). In questo passo, la parola "annientare" viene dal greco "Kartageo", che significa rendere senza potenza, limitare rendere senza effetto. Satana che ha la potenza della morte, sarà dunque reso inoffensivo, senza potenza.

Quale sarà dunque il suo destino? Prima della creazione dei nuovi cieli e della nuova terra, tutto quello che sarà ancora fisico, dunque combustibile, sarà consumato, sparirà in un lago di fuoco che diventerà mondiale e che non avrà più alcun potere su coloro che saranno divenuti degli esseri spirituali composti di spirito.

Il calore sarà così intenso che la superficie della terra si dissolverà e Satana vedrà allora la sparizione di tutte le opere dell'uomo. Egli vedrà anche così consumare il risultato dei suoi sforzi, dei suoi complotti che sarà già per lui un tormento. E' quello che l'apostolo Pietro conferma (II Pietro 3:10 con Salmo 78:69 e Matteo 5:5).

Si tratta del GRANDE fuoco della geenna, che distruggerà anche tutti i malvagi. Ma poiché Satana e i suoi demoni sono degli spiriti, degli esseri spirituali, il fuoco non potrà consumarli.

Nella nuova Gerusalemme, questa città che scenderà dal cielo dove è in preparazione, non ci sarà alcun posto per Satana e i suoi demoni. Se non saranno là dove saranno essi? L'apostolo Giuda ci dà qualche indicazione di ciò che li attende. Egli scrive: "E che Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudicio del grande giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità di prima, ma lasciarono la loro propria dimora (...)" e Giuda aggiunge: "Stelle erranti, a cui è riservata la caligine delle tenebre in eterno (altri dicono: ai secoli dei secoli)" (Giuda 6 e 12-13).

La Bibbia paragona gli angeli a degli astri (Apoc. 1:16 e 20) e questi astri erranti che non saranno distrutti, ma banditi, sono i demoni.

L'ultimo nemico del cristiano è la morte. Quando il piano divino sarà compiuto, la morte sparirà (I Corinzi 15:54-56).

L'inferno, tale che è descritto correntemente, è contrario ai decreti divini. Questi decreti sono stati istituiti da un Dio d'amore, per il bene dell'uomo e non da un Dio che vuole tormentare con la sofferenza l'uomo che Egli ha creato.

Da un capo all'altro, la Bibbia insiste sul fatto che l'obbedienza conduce alla vita eterna, mentre la disobbedienza conduce alla morte, la morte eterna.

Che peccato che tante persone sciupano i loro ultimi giorni con la paura di un inferno fittizio, che non corrisponde alla realtà biblica.