ENOC E ELIA SONO IN CIELO?


Noi abbiamo visto precedentemente che l'anima non è immortale e per conseguenza, essa non sale in cielo. L'uomo è un'anima come lo sono gli animali. Noi abbiamo spiegato che colui che muore entra semplicemente nel lungo sonno della morte. In seguito a questo, noi abbiamo ricevuto qualche lettera di uditori che ci chiedono di precisare su questi passi biblici.

Ci domandano se Enoc e Elia sono saliti in cielo. Ben inteso la risposta è NO, poiché Gesù Lui stesso ci ha fatto sapere che: "nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: Il figliuol dell'uomo che è nel cielo" (Giovanni 3:13).

Giacché il nostro Salvatore è disceso dal cielo, Egli deve sapere ciò che c'è e anche chi ci si trova.

La Bibbia ci conferma che: "e tutto il tempo che Enoc visse fu di trecento sessantacinque anni. ed Enoc camminò con Dio; POI DISPARVE, perché Iddio lo prese" (Genesi 5:23-24).

Nella sua epistola agli ebrei, Paolo dà un'altra precisione a questo soggetto. Scrive: "Per fede Enoc fu trasportato perché non vedesse la morte; e non fu PIU' TROVATO, perché Dio l'aveva trasportato, poiché prima che fosse trasportato ricevetta la testimonianza ch'egli era gradito a Dio" (Ebrei 11:5).

Nello scritto della Genesi, Mosé aggiunge: "Ed Enoc visse sessantacinque anni, e generò Methushelah, camminò con Dio trecento anni, e generò figliuoli e figliuole" (Genesi 5:21-22).

Questi versetti non ci dicono che Enoc camminò ancora con Dio. No, affermano che camminò con Dio durante 300 anni, non un anno in più. Era salito in cielo, si trovava presso a Dio, allora continuerebbe a camminare con Dio. Ma non cammina più con Lui oggigiorno. Come è il caso per coloro che sono morti, Enoc dorme del sonno profondo della morte.

Poiché aveva appreso che egli era gradito a Dio, noi possiamo dunque dedurre che egli camminò per fede. Voi sapete senza dubbio che senza la fede, è impossibile di essere graditi a Dio (Ebrei 11:5).

Quando noi esaminiamo il libro della Genesi e che scopriamo l'espressione "tutti i giorni" d'un tale "furono dei", tanti "anni", questo significa che questo personaggio è vissuto durante questo numero di anni.

Enoc visse trecento sessantacinque anni, dopo di ché morì.

Molte persone suppongono che, poiché fu trasportato, questo significa che egli non morì. Ma non è ciò che Mosé ha scritto, non dice neppure che egli è salito in cielo.

Rivediamo ancora una volta ciò che rivelano le Scritture su questo soggetto: "Ed Enoc camminò con Dio; poi disparve, perché Iddio lo prese." Noi troviamo questo nella Genesi 5:24 e Paolo aggiunge: "E non fu più trovato, perché Dio l'aveva trasportato."

Cosa dobbiamo noi concludere di questo rapimento? Bisogna supporre ch'egli andò in cielo? Credendo a questo non si terrebbe conto di ciò che Cristo ha affermato: "Nessuno è salito in cielo" (Giovanni 3:13).

La Bibbia dichiara semplicemente che non si trovò più, Dio lo prese. Questa espressione non significa in nessun modo che egli è salito in cielo e che divenne così un essere immortale, spirituale.

La parola originale greca Metatithemi ha il senso di trasferire, di trasportare verso un altro luogo. Dopo la morte di Enoc, Dio prese il suo corpo, lo tolse, lo trasferì affinché non fosse più trovato. Dio lo tolse e lo seppellì come, come lo fece per Mosè.

"Mosè, servo dell'Eterno, morì quivi, nel paese di Moab, come l'Eterno aveva comandato. E L'ETERNO LO SEPPELLI' nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor; e nessuno fino a questo giorno ha mai saputo dove fosse la sua tomba." (Deuteronomio 34:5-6).

E' molto possibile che Dio fece questo per evitare che il popolo si prostrasse davanti alle spoglie di Mosé, ne facesse delle reliquie che diverrebbero un oggetto di culto.

Se noi esaminiamo bene le Scritture, noi costatiamo che il corpo di Enoc è stato semplicemente trasportato in un altro luogo.

Togliere o trasportare non significa renderlo immortale. In Colossesi 1:13 l'apostolo Paolo scrive che: "Egli Il Padre ci ha riscossi dalla podestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Suo amato figliuolo."

Siamo noi già trasportati nel regno? No, i cristiani non cessano di morire da quando Paolo scrisse questo. Essi hanno sempre un corpo composto di carne e di sangue.

Per altro Paolo ha aggiunto: "or questo dico, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio: né la corruzione può ereditare la incorruttibilità" (I Corinzi 15:50).

Non dimentichiamo che prima della sua conversione, il cristiano era immerso nelle tenebre di questo mondo, ma è stato trasferito, trasportato dalle tenebre alla luce del Regno de Dio al momento della sua conversione.

"Perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, onde essi non giungessero alla perfezione senza di noi" (Ebrei 11:40).

Se Enoc si trovava già presso Dio, questi due versetti ci porterebbero in errore. Ma la Parola di Dio è la verità, di conseguenza noi possiamo avere la certezza, che non ha ottenuto ciò che gli era stato promesso, perché non poteva arrivare alla perfezione senza di noi, come gli altri citati in questo capitolo.

L'oggetto della promessa, la vita eterna, sarà loro accordata al ritorno di Cristo non prima. È per questo che Paolo aggiunge: "In fede morirono tutti costoro, SENZA AVER RICEVUTO le cose promesse" (Ebrei 11:13). Enoc fa parte di tutti quelli, come voi lo costaterete leggendo il capitolo 11 dell'epistola agli Ebrei.

Per altro, che cosa ha voluto dire Paolo scrivendo: "Per fede Enoc fu trasportato perché non vedesse la morte" (versetto 5)?

Notate bene che questo passo non afferma che egli non morì, ma che egli non vide la morte. Che cosa significa ciò?

Tutti gli uomini devono morire, anche Cristo è morto. La Bibbia afferma che non c'è nessun giusto, neanche uno e che il salario del peccato è la morte, ma la morte eterna. Vedete dunque questo in Romani 3:9-19 e 6:23.
Questo è anche valevole per Enoc che avendo vissuto fino all'età di 365 anni, camminò con Dio durante 300 anni. E' solo dall'età di 65 anni che decise di fare la volontà di Dio, di camminare secondo i Suoi comandamenti e le Sue leggi.

C'è una prima morte, ma ne esiste una seconda. Per nostra natura, noi siamo tutti destinati alla prima morte. Ma la seconda morte è destinata al peccatore, salvo che si penta sinceramente e cammini con Dio. E' per evitare questa seconda morte che Gesù è venuto sulla terra. L'apostolo Giovanni scrive: "Beato e santo è colui che partecipa alla prima resurrezione. Su loro non ha potestà la morte SECONDA" (Apocalisse 20:6).

Gesù ha parlato di una morte che può essere evitata. Egli affermò "In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia Parola, non vedrà mai la morte" (Giovanni (8:51). Ed Egli aggiunse: "Chiunque vive e crede in me non morrà mai" o non morirà per sempre (Giovanni 11:26).
In questo versetto non è la questione della prima morte che è riservata a tutti gli uomini (Ebrei 9:27). Enoc l'ha dunque conosciuta, ma scamperà alla seconda morte che non colpirà nessuno di coloro che parteciperanno alla prima resurrezione.

Vediamo adesso ciò che è avvenuto a Elia. Per ben comprendere questo avvenimento, leggete dunque tutto il secondo capitolo del secondo libro dei Re. Achazia, re d'Israele essendo morto, la volontà divina era che Eliseo prendesse il posto di Elia.

A questo effetto, Dio a fatto le cose d'una maniera tale che il popolo non potesse credere che si trattava di una disgrazia per Elia. Vediamo ciò che è avvenuto quando egli era in compagnia di Eliseo: "E come essi continuavano a camminare discorrendo assieme, ecco un carro di fuoco con dei cavalli di fuoco che li separarono l'un l'altro, ed Elia salì in cielo in un turbine (...)" (II Re 2:11 e 13).

Elia non salì in cielo dove si trova il trono di Dio. Per altro, non poteva rimanere definitivamente nell'aria. Fù trasferito in un altro luogo poiché dieci anni dopo il suo rapimento Elia scrisse una lettera a Joram, re di Giuda, che aveva seguito le vie delle nazioni pagane, facendo così male agli occhi dell'Eterno.

Dio si servì ancora di Elia inviando una lettera a Joram, leggiamola: "Jeoram fece anch'egli degli alti luoghi sui monti di Giuda, spinse gli abitanti di Gerusalemme alla prostituzione, e sviò Giuda. E gli giunse uno scritto da parte del profeta Elia, che diceva: Così dice l'Eterno, l'Iddio di Davide tuo padre: Perché tu non hai camminato per le vie di Giosafat, tuo padre, e per le vie di Asa, re di Giuda (...) ecco, l'Eterno colpirà con una gran piaga il tuo popolo (...) e tu avrai una grave malattia (...) finché gli intestini ti vengano fuori per effetto del male" (II Cronache 21:11-15).

Questa lettera scritta da Elia, dieci anni dopo il suo rapimento, fu trasmessa al re e riconosciuta come inviata da lui. Questo prova che si sapeva che era vivo in qualche parte. La Bibbia non indica il numero degli anni che è vissuto ancora dopo l'invio di questo documento.

Elia era un uomo come voi e me (Giacomo 5:17), sottomesso alla morte. Egli si trova nel numero dei profeti che morirono nella fede senza ancora avere ottenuto le promesse (Ebrei 11:13, 32, 39).

Supporre che Dio gli abbia concesso di avere un'esistenza senza fine che, avrebbe già quasi tremila anni è contrario alla Bibbia. Elia era mortale soggetto alla morte. Dopo essere stato rapito nell'aria, egli passò la sua esistenza in altra parte della terra, vivente nel modo di qualsiasi altro essere umano, fino al momento che si spense di morte naturale.

Enoc ed Elia sono morti come tutti gli altri prima di noi! Sono ritornati alla polvere della terra, in attesa della resurrezione dei giusti che avrà luogo quando Cristo verrà a stabilire il Suo Regno su questa terra.

QUALCHE PRECISIONE STORICA

Appena prima del rapimento di Elia, un nuovo re era salito sul trono d'Israele, come voi potete vedere paragonando II Re 1:17 con II Re 3:1.
Era un figlio di Achab e si chiamava Joram. Il suo regno iniziò nel 893 avanti Cristo. Alla stessa epoca, il figlio di Josafat iniziò a regnare sul regno di Giuda in compagnia di suo padre di Cristo). Già aveva governato a fianco di suo padre dal 894 al 889 prima di Cristo, dunque durante i cinque anni precedenti, senza per altro avere piena autorità sul regno (II Re 1:17).
Joram, re di Giuda, regnò con Josafat suo padre durante quattro anni (dal 889 al 885 avanti Gesù Cristo). Potete leggere questo in II Re 8:16. Josafat morì nel 885 avanti Cristo.
Erano sette anni che Elia era stato rapito. La sua scomparsa coincide quasi con l'ascencione di Joram sul trono e questo nel 893 avanti Gesù Cristo.
Alla morte di Josafat, Joram suo figlio, divenuto re sul territorio di Giuda, fece massacrare i suoi fratelli come anche qualcuno dei principi allo scopo di rafforzare la sua posizione sul trono (II Cronache 21:1-4).
Un anno dopo la morte di Josafat, Edom si rivoltò contro Joram re di Giuda (II Re 8:20-24 e II Cronache 21:8-10). Dopo una guerra molto breve, Joram re di Giuda intraprese l'edificazione di alti luoghi pagani e cominciò a introdurre dei costumi pagani nel suo regno, facendo così ciò che è male agli occhi dell'Eterno (II Cronache 21:11). (II Re 8:16).
Questo re iniziò a regnare al quinto anno di Joram, re d'Israele, si chiamava anche con il nome di Joram (889-888 prima